TITOLO: La luce calda del tramonto
SERIE: Trilogia del sogno americano #1
AUTORE: Vanna Costanzo
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: Romanzo storico/Narrativa di formazione
FORMATO: Ebook (2,99) – Cartaceo (20,90)
RELEASE DATE: 22.03.2021
DISPONIBILE SU AMAZON
E IN TUTTE LE LIBRERIE
Avevo diciassette anni e ricordo tutto,
come se a dividermi da quei momenti ci fosse solo una luna.
TRAMA
Pasadena, 1945
È un placido pomeriggio d’estate quando il capitano Peter Jones, di ritorno dall’Europa negli Stati
Uniti, piomba nella vita della giovane Cindy Harris. Sin da subito, la ragazza avverte insofferenza nei
suoi confronti, dettata dal timore che questi possa portarle via l’adorata sorella Alexandra. Ma l’eroe che
ha ammaliato l’intera famiglia Harris, è davvero quel che vuole far credere? E perché gli sguardi che le
rivolge sono sempre più ambigui? Sarà la scoperta dell’uomo oltre l’uniforme a far vacillare i pregiudizi
di Cindy. Quando la ragazza dichiarerà guerra al capitano Jones, si troverà a fronteggiare una battaglia
contro sensazioni fino ad allora sconosciute, trascinata in un vortice di sentimenti proibiti e segreti
inconfessabili.
L’AUTRICE
Giovanna “Vanna” Costanzo, classe 1995. Vive a Caserta ed è diplomata in restauro delle opere
pittoriche. Ama profondamente tutto ciò che ha a che fare con l’arte (in qualsiasi campo), gli animali, la
natura e la Storia. Tenta di convincersi ogni giorno di essere nata nel decennio giusto, ma con scarsi
risultati. La luce calda del tramonto, primo volume della Trilogia del Sogno Americano e precedentemente
pubblicato in self-publishing su Amazon, segna il suo nuovo esordio per la Words Edizioni.
ESTRATTI
1.
Un tempo sono stata molte cose. Un tempo sono stata come te e quel che gli altri credevano che io
fossi, ciò che più faceva loro comodo.
Oggi sono solo una donna come tante, nata il giorno 10 di un caldo e assolato martedì aprilino, e ciò
che sta per aprirsi davanti ai tuoi occhi è stata l’estate della mia vita, la mia estate del 1945.
- Non era stata la bellezza a colpirmi, ma l’atteggiamento spudorato e sicuro di sé nel fronteggiare il
mio sguardo. Continuava a fissarmi da sopra la sua spalla ornata della toppa con la stella alata della 4th
Air Force. Era appena voltato e, senza aprire bocca o battere ciglio, non trasmetteva alcuna espressività,
come una statua di cera piazzata lì di proposito per incutere soggezione.
Il viso liscio e squadrato incorniciava due incredibili occhi cobalto, che quasi parevano cozzare con i
lineamenti decisi. Non lo capivo, ma non riuscivo nemmeno a distogliere l’attenzione: c’era qualcosa in
quello sguardo che non mi dava tregua, ma non ne restai ammaliata. Mi ricordava uno di quei soldatini
di latta fatti con lo stampino con cui mio fratello giocava da piccolo.
Le labbra serrate e il piglio di sufficienza che aveva assunto mi irritarono ancora di più. Che uomo
presuntuoso e arrogante sarai mai? - «Forse non mi hai sentito bene, ragazzino» con passo pesante si avvicinò a noi. «Ti ho detto di levarle
quelle luride mani di dosso!»
A quelle parole ringhiate alternava delle pause minacciose. Avevo intuito che da lì a poco sarebbe
scoppiata una rissa.
Stufo di quell’impiccio, Johnny mollò la presa soffocante e si avventò sul suo guastafeste, ma era in
netto svantaggio. Forse avrebbe dovuto seguire l’addestramento militare con più serietà, perché il mio
miraggio scansò un destro e lo afferrò facendolo ribaltare con un sonoro tonfo. Tenne Johnny bloccato
a terra per quasi due minuti, con il braccio tirato dietro la schiena che sembrava sul procinto di slogarsi,
finché quell’idiota non supplicò di lasciarlo andare. A malincuore, il campione lo lasciò libero, era stato
fin troppo facile, così lasciò fuggire via quel lupacchiotto spelacchiato che era con la coda fra le gambe.
«Grazie, signor Jones» sospirai, riprendendomi dalla paura. Il cuore mi batteva ancora all’impazzata e
non riuscivo a controllare il mio respiro.
«Chiamami solo Peter, altrimenti mi farai sentire vecchio già a ventisette anni» disse sorridendomi.
4. Il Capitano Jones condivideva con pochissimi uomini quella particolare bellezza che era dovuta più al fascino e al portamento che all’aspetto fisico in sé, dovevo dargliene atto. Forse era anche per quello che non riuscivo a nutrire per lui alcuna simpatia: chi lo aveva creato era stato anche fin troppo generoso, e lui doveva esserne conscio. Non si possedevano due occhi come i suoi per non provare il gusto di spezzare cuori con un solo sguardo.