Pronte a ritornare con Moira alla Northwood University? La caccia è sempre aperta!
Ben riviste Peccatrici,
alla “chiamata alle armi” di Sophie Blackthorne non potevo esimermi, specie nel secondo volume della sua “KHAOS SERIES” (serie spin off della fortunatissima “Lynx Series”) e le premesse di “HOUSE OF NIGHT” erano quantomai invitanti. Non c’è niente da fare: quando i trigger warning escono dalla bocca di uno dei protagonisti, resistergli è pressoché impossibile e io a farlo con Ethan Walton non ci penso proprio perché buon sangue non mente.
Prevaricatore, impositivo, opprimente e vendicativo, sono solo alcuni dei “pregi” del leader della House of Night alla Northwood University (e chi di voi c’è già stata, lo sa molto bene); i geni paterni non mentono, anzi, forse lo rendono addirittura più paranoico e controverso, specie quando una scintilla imprevista accende un’ossessione patologica e una causa di forza maggiore gli consente di braccare e ingabbiare una preda allettante.
June Baker, la nuova matricola, suo malgrado finisce proprio impantanata delle sabbie mobili, ma ancora non si rende ben conto del pericolo in cui sta sprofondando: essere salvata e finire tra le fauci di un predatore molesto, non è sicuramente il modo migliore per iniziare l’anno accademico.
E fin qui tutto chiaro: abbiamo il carnefice e la vittima sacrificale, solo che questa preda non è esattamente accondiscendente e intenzionata a capitolare facilmente; lui la reclama senza mezze misure adottando metodi coercitivi, ma non è la sua cieca sottomissione che brama – è più sottile e perverso – vuole che ceda di sua spontanea volontà e che sia affamata di appartenergli.
Ethan pensa a una tela immacolata da sporcare, un dipinto su cui imprimere le proprie geometrie marchiandolo con colori stridenti ma a parer suo armonici; una rivendicazione che va al di là della pretesa o del senso del possesso, ma una mancanza da colmare e quasi una necessità primaria da soddisfare.
June, invece cerca di allentare i lacci che le stringono il collo causandole effetti dispnoici, comprimono la cassa toracica, turbano i suoi sonni e le inibiscono i movimenti; non sempre le corde sono fatte di cuoio o di canapa, a volte sono le catene impalpabili a produrre i lividi e le cicatrici più profonde.
In questo college mai niente è come sembra, le lotte intestine determinano nuove alleanze e tradimenti, colpi bassi e rivelazioni: in un regime fuori controllo le regole non esistono, se non quelle imposte e create dai leaders, la morale è discutibile, la caccia non si ferma, non dà mai respiro e Sophie Blackthorne non perde di certo lo smalto.
Lei è il Rettore di questa scuola, conosce tutti i personaggi che la abitano, la vivono, la distruggono: le contorsioni mentali e carnali cui sottopone non solo Ethan e June, rendono la trama stimolante grazie ad un ritmo narrativo febbrile e incalzante. Conosce la dimensione dark, la fa scorrere parallela a quella più fisica evoluttuosa che si combina perfettamente a una miscela già di per sé esplosiva, i cui ingranaggi vorticano frenetici fino all’ultima pagina.
Se avete seguito la serie in corso e quella precedente, ormai sarete avvezze alla rotta tracciata dall’autrice che ha tutta l’intenzione di chiuderla col botto nel terzo volume della “Khaos Series”: mi raccomando, studiate e fate i compiti, tanto non vi serviranno 😉
Buona lettura e ci rivediamo alla prossima.
Moira
Ringrazio l’autrice per la fiducia e la copia ARC concessa
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