Si ringrazia l’autrice per la fiducia rinnovata e la copia ARC concessa
*** MOIRA ***
Benvenute Peccatrici,
ultima tappa della “City Of Woe” di Maria Antonietta Capasso che con la storia di Samael, timbra il suo biglietto di sola andata verso il “PARADISO”, portandoci a conoscere – finalmente – il più misterioso, sfuggente e indecifrabile dei Santacroce.
L’erede designato e poi delfino rinnegato, destinato dalla nascita a sedere alla destra del padre, è più violento, più temprato, più corrosivo del gemello; vuole impossessarsi e distruggere quel trono, ma a modo suo e inizia a costruirsi un regno a sua immagine e somiglianza, con uomini ambiziosi e spietati quanto lui. Tesse la sua tela dark, aspettando il momento in cui non solo il capostipite, ma tutti i nemici cadranno nella ragnatela. E la resa dei conti è vicina.
Nella sua mente oscura e scossa, nelle cicatrici, si cristallizza il suo destino, un destino di cui si è fatto egli stesso artefice, forse neanche pensando davvero alle conseguenze e nei suoi occhi c’è l’evoluzione terribile dal Bene al Male, dall’Amore all’Odio, da prediletto a reietto. Ha fame Samael, una bulimica ingordigia fatta di rancore e rivalsa, dove ogni mezzo sarà lecito fintanto non sarà saziato: l’angelo maledetto è tornato per portarvi nel suo dannato Paradiso accompagnato da una giovane donna che non è in cerca di salvezza, ma di una condanna liberatoria in grado di sprigionare la sua vera essenza.
La rarità di incontrare un cigno nero è di per sé un caso eccezionale ed è, nella sua definizione, un evento che sfida la comprensione preesistente e porta con sé ripercussioni straordinarie, ma che una volta accadute, diventano inevitabili: l’incontro indelebile tra Lilith e Samael provoca proprio questo.
Lei, creata da Dio e dalla polvere, baciata dalla Luna, è una figura apparentemente innocente e remissiva, ma con un potere trasformativo capace di rappresentare anche la forza sovversiva femminile. Finisce essa stessa nella rete, ma invece di fuggire, sceglie la sua prigionia e il suo carceriere disarcionando le aspettative dandone forma ad altre.
Il legame si basa sulle loro similitudini e differenze, che li rendono complementari ed entrambi rappresentano forme di ribellione, ma con sfumature distinte: gioielli preziosi e merci di scambio, logorati e tormentati, elevati, usati e gettati via, divisibili eppure inscindibili in un connubio tra dominazione e sottomissione, perdizione e ossessione, follia malsana e purezza empirica.
“PARADISO”, terza cantica della Divina Commedia, viene plasmata ancora una volta dall’autrice e si inserisce in una linea di continuità con le due precedenti: non si modifica affatto l’impianto e il suo sistema di idee che restano saldamente nel pugno del mafia romance, ma realizza quella sorta di viaggio trascendentale tra le brame materiali, le sofferenze e le aspirazioni più intime e profonde.
Maria Antonietta Capasso conduce il lettore in un itinerario tempestoso e sublime con un tratto narrativo performante e lo fa per l’intera serie, concepita non per velleità, ma costruita su concetti aderenti e guidati da un’ambizione consapevole e matura. Il Mafia Romance e il Dark sono sfrontati, oggetto di continue critiche e dibattiti, sono e saranno sempre discutibili e forieri di messaggi distorti, ma nelle mani di chi li sa scrivere e governare, diventano un colosso “celestiale”.
Io e la “squad” avevamo creduto dall’inizio in questo progetto ardimentoso, scommettendo fin da “Inferno” che sarebbe esploso in una deflagrazione inarrestabile perché completamente meritata: sapevamo di non sbagliarci 😉
Buona lettura Peccatrici, noi ci rivediamo la prossima volta.
Moira
*** FLY ***
Buongiorno Peccatrici,
se avete letto la trama immaginate quale itinerario abbia fatto l’autrice per arrivare qui partendo dall’Inferno e attraversando il Purgatorio. Ma questo non è un luogo di luce che ci si aspetta dalla parola stessa.
Ci viene raccontato un percorso, una lotta: i ricordi di Samael ci guidano al riconoscimento dei perché siamo qui e delle azioni che alla fine, anche noi giustifichiamo per quanto fuori da ogni regola.
La famiglia Santacroce c’è, ma è come un sottofondo in cui Samael si esprime, si identifica ma che nello stesso tempo prova a distanziare per disconoscere quel male che sente suo, iniettato nelle vene a suon di cinghiate.
Ad accompagnarlo nel suo percorso verso “l’altissimo” vi è una giovane, Lilith, che porta il nome della prima donna creata da Dio che lo ha affrontato per avere gli stessi diritti di Adamo e una volta negati, la conseguenza è stata considerarla un demone.
La nostra Lilith sente il peso di quel nome, di quella storia credendosi difettosa. Tra loro vi è subito un’attrazione mista ad un risentimento quasi atavico e per questo vi saranno conseguenze e dolori difficili da dimenticare.
M.A. Capasso ha fatto un lavoro eccellente creando un retelling della Divina Commedia rendendolo un Paradiso dark in cui non vi saranno redenzione e perdono, ma ciò non significa che non vi sarà giustizia.
Peccatrici, non pensate alla giustizia classica, né rimarreste deluse, ma sicuramente non resterete senza parole, vi serviranno tutte per esprimere tutte le emozioni che vi attraverseranno.
È un libro da assaporare con consapevolezza, parola per parola, perché per capirlo vi si deve impregnare nella pelle e deve essere vissuto come preghiera, quella che ti salva dal buio, da te stesso per restituirti a nuove consapevolezze. Samael farà un percorso tortuoso e sempre in salita, dove non vi è mai un attimo di riposo ma nonostante ciò, non perderà mai il suo obiettivo, il suo cigno nero.
Peccatrici solo leggendo saprete cosa riserva il futuro a queste due anime perdute, torturate, a cui hanno tentato di spezzare le ali.
Io vi auguro buon viaggio
La vostra Fly
0 commenti