Ben ritrovate Peccatrici,
finalmente – è proprio il caso di dirlo – ho letto il III° volume della “Alabaster Penitentiary Series” di Nyla K., edito in Italia da Virgibooks e uscito ad agosto 2024: detenute, vi presento “BRAINWASHED” e faticherò non poco a restare lucida e sana di mente, io vi avverto. Qui andremo ben oltre un dark romance con i dovuti crismi e scavalcheremo i confini della fantasia autoriale per finire direttamente in prima pagina nella cronaca nera.
La mia follia matura e consapevole viaggia di pari passo con quella della scrittrice e dei suoi protagonisti che agognavo fin da “Distorted”: detenuto n. 89 di alto profilo, pluriomicida con 37 vittime nel carnet, Felix Darcey è uno dei più efferati serial killers degli Stati Uniti, capace di far concorrenza a un Ted Bundy, Ed Gein, Jeffrey Dahmer, Richard Ramirez e via discorrendo.
E per la sua giovane età, ha un “curriculum” di tutto rispetto. Ciò che lo ha reso insospettabile, invisibile, inafferrabile è il suo aspetto e la sua meticolosità, ma anche Bundy nascondeva la sua vera faccia dietro un bel viso e i modi garbati, rivelando poi un grado di depravazione e violenza inimmaginabili. Bè, l’Incisore non è stato da meno.
Tracciarne una profilazione non ha dato grandi frutti, tentare ogni forma di sperimentazione si è rivelata inutile e allora il Direttore dell’Alabaster gioca un’ultima carta: convocare sull’isola uno dei massimi esperti in materia di psichiatria comportamentale di questi soggetti deviati e malati, uno dai metodi poco ortodossi, ma a quanto pare efficaci.
Il dottor Lemuel Love (si, avete capito bene, “Love”) e i suoi dreadlocks si misureranno con l’indecifrabilità di una mente macabra ma arguta, e non è certo alla ricerca di tare genealogiche, di traumi infantili tali da giustificarne i gesti; lui non mira a scovare attenuanti, barlumi di redenzione o pentimenti, quelle non vanno neanche prese in considerazione perché il Mostro è incapace di provarne. Ciò di cui il Dottore ha bisogno in maniera ossessiva, è trovare le molle giuste per spogliarlo fino alle viscere: ne è in grado e lo può fare, anche se il menticidio può portare alla dissoluzione della volontà e può rivelarsi una lama a doppio taglio.
“BRAINWASHED” in 542 pagine, racchiude un mondo che mi è “familiare” e di cui ne subisco la fascinazione oscura – proprio come Lemuel – ma non sono qui per fare ammenda o vergognarmene, tutt’altro: è un libro esplorativo che va accettato in tutte le sue contorsioni mentali, in tutte quelle deviazioni psicotiche e immorali da risultare inconcepibili e alienanti. Ma tant’è.
Questo non è solo un Romance male to male che scandaglia la relazione scorretta e degenere tra medico e paziente con un world building solidissimo e superbo alle spalle, non si tratta solo di plasmare un dark disturbante o impressionabile o di votarsi a contenuti sporchi sotto il profilo sessuale; l’autrice prende una rotta talmente centrata e direzionale da far paura per come imposta due personalità così intricate, iconoclastiche e incuranti di ogni forma etica e morale. Lascia che i loro corpi, le pulsioni fisiche e cerebrali parlino per loro e dà libero sfogo anche all’espansione di sentimenti che si nutrono voracemente senza chiederne il permesso.
La trama stessa si permea e si abbevera di riferimenti idonei, azzeccati che si agganciano perfettamente alla narrazione e danno ancora più spinta all’intera struttura: poche volte ho trovato in un libro delle citazioni così calzanti e ispirative da accendermi in questo modo. Vi ricordo che non a tutte potranno piacere e non a tutte “BRAINWASHED” darà le fibrillazioni che ho provato io, ma purtroppo – o per fortuna – ero immersa in un mood a me congeniale. Che ci volete fare.
“Il mondo ha bisogno di persone come noi. Del male per bilanciare il bene. Dei mostri sotto i letti, della paura. La paura è importante, dopotutto. Ci ricorda che siamo vivi.”
Peccatrici, non sprecate questa lettura per dimostrarvi impavide o mettere alla prova la vostra sensibilità: “BRAINWASHED” è un lavaggio del cervello complesso, lasciate in pace il vostro se non lo ritenete adatto a voi.
Io vi aspetto la prossima volta. Buona lettura.
Moira