Recensione doppia a “I TRE VOLTI DI ECATE” di Claudia Speggiorin

24 Set, 2020

Salve peccatori dalla vostra Thammy, oggi sono straemozionata di presentarvi e parlarvi di questo romanzo, edito da GOLEM EDIZIONI che ci ha creduto e scritto da un’autrice diventata per me prima di tutto una cara amica, un’anima speciale.
Come speciale è stata questa lettura.

L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo
Titolo:I tre volti di Ecate
Autore: Claudia Speggiorin
Editore:Golem Edizioni
Genere: Romanzo
Collana: Mondo
Pagg. 200
Prezzo:  14 euroDisponibile in libreria dal 24 settembre 2020

TRAMA:

1920. Nella casa di tolleranza La Mariposa risiede una ragazza con il volto solcato da una cicatrice a forma di luna calante. Quello sfregio, unico marchio visibile di un abuso che tutti vogliono resti segreto, viene custodito dalla ragazza assieme al proprio vero nome, Adele, e all’amore per Filippo, un militare richiamato alle armi da Parigi e conosciuto durante una licenza.I clienti la conoscono come Violetta, e tale resta fino a quando La Mariposa viene sconvolta per sempre da un sanguinoso evento che rivela l’invidia e l’odio strisciante tra le pensionanti.Con l’aiuto del conte Chiostri, un frequentatore della casa di piacere che la crede la reincarnazione di una profetessa di Ecate, Adele si lascia alle spalle l’Italia e diviene Antea, profetessa circense che, assieme alla trapezzista Barbarelle, dà vita a un duo artistico che fa sognare Parigi.Una storia di catene, libertà, passione e coraggio.

CRISTINA


Non potevo che farlo leggere alla mia ” sorella di anima” Cristina Rotoloni e quindi partiremo con la sua opinione a riguardo.

Recensione a cura di Cristina Rotoloni

Per iniziare a leggere questo libro dovete dimenticarvi le storie leggere da sfogliare in riva al mare e in pieno relax. L’atmosfera per la lettura deve essere più intima. È più adatta una stanza in penombra, un vinile che rilasci i suoni in sottofondo e un camino acceso. Ci vuole un angolo caldo e confortevole per entrare in queste pagine con rispetto, in un racconto inventato, ma che potrebbe essere esistito. Bisogna mettersi comodi per poi muoversi in punta di piedi in una malinconia che si stampa, parola su parola, dentro l’anima. Questo romanzo ha una scrittura strutturata, tendente a un tono poetico e nostalgico. Per approcciarsi a questo libro bisogna avere un cuore aperto al passato. A un mondo di ricordi che, a me personalmente, ha riportato ai racconti di mia nonna e di tante persone che ho avuto la fortuna di conoscere. Alla realtà di una volta, dove la donna era soffocata dai soprusi e dall’umiliazione di una mentalità maschilista. Ancor di più lo si vive all’inizio del racconto, entrando in un bordello, uno di quei luoghi nominati a mezza bocca, come un peccato che non si poteva rivelare, ma che in molti si concedevano o amavano sognare di visitare.

Se avessero potuto, sarebbero scappate. Da loro stesse, dalle altre é […], dal posto miserabile in cui vivevano […]. Quelle donne se la portavano dentro nelle viscere, la morale, la sentivano latrare nel basso ventre […].

L’autrice ci porta rapidamente nell’ignoranza del tempo, nella fragilità degli animi, nella povertà della realtà, dove la prostituzione, a volte, poteva diventare salvezza da un mondo fatto di abusi e mancanza di rispetto.

“Mamma, che lavoro fai?”
“La chanteuse. Se qualcuno te lo chiede, la chanteuse devi rispondere”.

Non è un libro semplice da leggere, sia per i temi trattati sia per lo stile, che rivela una scrittura importante. Tuttavia, il garbo che lo contraddistingue anche in concetti “sozzi”, come direbbe la Speggiorin, ti porta in questa vita, in questa realtà, in questo romanzo. Riesci a sentire la musica che la accompagna, i rumori, i suoni e anche gli odori del tempo. Quanti segreti, quante cose taciute, quante verità si portano dietro le protagoniste di questo libro; ma non sono personaggi tirchi, per nulla avare te le donano tutte le parole celate, goccia dopo goccia, riempiendo un vaso di sensazioni in conflitto.

Uscì con la potenza di un milione di voci represse e tutti i muti poterono parlare e tutti i sordi poterono sentire e tutti i feriti, gli umiliati, i maltrattati, i deboli poterono aspettare una risposta […].

È brava la Speggiorin, ti ci porta nella storia, cavalcando il periodo, i conflitti, gli eventi; ti fa percorrere i passi come fa Pollicino. Ti mette un sasso alla volta per andare avanti e poi per tornare indietro, con la speranza di ritrovare la via di casa, invece di una mancata consapevolezza del percorso, poiché qualcuno, a un bivio potrebbe aver spostato uno di quei sassolini. “Le fiabe non esistono”, un’amara realtà ripetuta più volte nella narrazione, eppure Adele, la voce più forte del coro, continua a crederci, nonostante la vita le si sia messa di traverso, lei, anche quando si arrende, non smette di combattere.

“Una goccia avvelenata inquina un ruscello incontaminato, ma una goccia pura non purifica un lago inquinato. Tutela ciò che hai puro, il cuore.”


La lotta dell’amore è evidente. Il suo desiderio di esistere, e resistere, nonostante le intemperie, le guerre o la stoltezza umana. È una storia piena di afflizione. Alla ricerca di una verità che tutti conoscono, che tutti tacciono. È uno squarcio di storia che consiglio di leggere. Il senso di questo libro è onorare la vita. Una vita stropicciata che cerca di salvarsi dalla fossa in cui l’hanno annegata.

“Madre Augusta dice che la Verità è come Dio, trova sempre chi la sta cercando.”

Onestamente sì, vi invito a scorrere ogni riga di questo romanzo, perché ne uscirete arricchiti, con nel cuore un gusto forse un po’ amaro, ma dalle sensazioni dolciastre.
Cristina.

THAMMY

Cosa dire dopo le parole di Cristina che ha descritto a pieno anche le mie emozioni.
Questa è una storia intensa, che ti entra sotto pelle, ti cattura l’anima e ti catapulta in un periodo tanto reale da fare male al cuore rendendoti partecipe di ogni vicenda, intreccio, di vite, ogni dolore, perdita, abuso, di ogni passione e tormento.
Adelina è cosi “vera” da rimanerti dentro.
E’ stato difficile leggere altro dopo, mi ci è voluto un pò per metabolizzare.
Claudia Speggiorin ha una anima potente che riempie ogni parola, ogni riga, ogni pagina.
Si. Non è una lettura da ombrellone, forse non è neanche una lettura per tutti, ma è un’esperienza che straconsiglio a tutti, questa è una lettura che lascia il segno, che ti arricchisce l’anima e il cuore, una di quelle storie che ti rimarranno dentro per sempre.

Vi parlo un po di lei:

Biografia :Claudia Brigida Speggiorin Nata a Varese il 24 giugno del 1975, dal 1996 lavora in un centro per il recupero delle tossicodipendenze e per la cura della malattia mentale, come responsabile delle attività riabilitative, di risocializzazione e di reinserimento sociale e lavorativo.Si occupa anche dei progetti culturali e della formazione.Ha già pubblicato “Lacrime d’ inchiostro su carta di riso. Piccolo libro sul destino” ( Leucotea) e una raccolta di racconti dal titolo “MariaNeve e le altri voci nel desiderio” ( Libro non più in commercio).A gennaio 2019, con un piccolo collettivo d’ autori, ha aperto il blog amatoriale ” Il Paradiso di Caino” e il gruppo Facebook ad esso connesso.

Quindi se volete ascoltare il nostro consiglio leggetelo e fatemi sapere cosa ne pensate, cosa vi ha lasciato.
Un baciotto dalla vostre
THAMMY e CRISTINA

VOTO 5 PIUME

Scheda Tecnica

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