Ciao, miei cari Peccatori e Peccatrici, il romanzo di cui vi parlo oggi non lo stavo per continuare. Che grave errore avrei fatto. Per fortuna sono una che arriva sempre alla fine e non si ferma alle prime pagine. Ma andiamo con ordine partendo dalla quarta di copertina.

TRAMA
Valigia pronta, sciarpa al collo e cappottino stretto in vita, Gioia Bianchi è pronta per fare ritorno, come ogni anno, nel suo borghetto d’origine: Nesso. Nonostante il suo lavoro affermato come grafica e la sua indipendenza economica, la sua famiglia preme affinché lei si trovi un bravo ragazzo e si fidanzi. Stufa delle loro pressioni, specie della tanto temuta Zia Amelia, deciderà che per far cambiare loro idea, servirà una terapia d’urto, così, d’accordo con il suo migliore amico Thomas, andrà alla ricerca del fidanzato peggiore da presentare. Conoscerà Edoardo, il buzzurro montanaro, temuto da tutti in paese per la sua arroganza e la sua scarsa inclinazione al dialogo. Ma i pregiudizi della gente rispecchiano per davvero la realtà? E se quel buzzurro nascondesse più sorrisi che grugniti? Con la complicità di qualche fiocco di neve e del brio del Natale, le vite di Edoardo e Gioia si uniranno in un gioco dove menzogna e verità diventeranno facce di una stessa medaglia, e amore e odio si mischieranno per dare vita a sentimenti che li cambieranno per sempre.
RECENSIONE
Eccomi, ripartiamo dal fatto che stavo per fare la sciocchezza di passare a un altro racconto di Natale. Le prime pagine di questa storia non erano male, ma per me non così coinvolgenti da tenermi incollata alle pagine. Per due giorni ho letto qualche riga senza impegnarmi troppo. Stavo per iniziarne un altro, ma io non lascio mai un libro a metà e mi sono convinta a superare le prime quindici pagine dove mi ero bloccata e… mi ha rapita. L’ho iniziato e finito. Cosa mi è piaciuto? L’ambientazione a Nesso, in provincia di Como, che non ho mai visitato, ma che spero di farlo un giorno. Mi sono innamorata delle descrizioni. Di Tom-Tom, l’amico stravagante della protagonista Gioia. Di Edoardo il ragazzo buzzurro. Della famiglia dove si svolge la storia, ma anche il mitico padre del protagonista. Faccio prima a dirvi: tutto. Sì perché ho apprezzato molto il discorso sul Natale, sul desiderio di viverlo e la nostalgia che ne consegue. La realtà dei rapporti conflittuali con i parenti e il crearsi aspettative che ci portano a vedere negli altri quello che non sono, che ci portano a sbagliare pensando così di renderli felici. Più di tutto, ho apprezzato l’amore nato da uno scontro verbale tra due ragazzi che hanno avuto il coraggio di andare oltre le apparenze. I due protagonisti sono splendidi. In più, in tanta rudezza di due uomini di montagna, ho trovato solo un’infinita dolcezza. Ho sorriso spesso durante la lettura. Non so se vi capita mai, cari Peccatori e care Peccatrici, ma ultimamente ho bisogno di dolcezza e magia. Ho bisogno di emozionarmi aggrappata alla meraviglia delle feste passate. Sto recuperando per questo motivo le letture dedicate al genere natalizio e devo dire che questa mi ha scaldato il cuore.
È una storia che vi consiglio.
A presto.
Cristina
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