
WOLF’S KISS (1 volume – The Blackwood Castle series)
Di Veronica Deanike
DATA DI PUBBLICAZIONE: 19/01/2023
DISPONIBILE IN FORMATO KINDLE – COPERTINA RIGIDA E FLESSIBILE (353 PAGINE)
TRAMA: Libro auto-conclusivo
Rivisitazione in chiave moderna della fiaba di Cappuccetto Rosso
Wolf Lennox, conte di Blackwood e potente magnate della Lennox Industry, è uno scozzese dall’animo arido. Cinico e arrogante, si divide tra Edimburgo, Londra e New York, gestendo la vita privata come gli affari. Solo due cose per lui sono più importanti del titolo e del potere: la famiglia e il castello di Blackwood, la sua casa.
Rose McGregor è una giovane donna al servizio dei Lennox. Rimasta presto orfana, vive grazie alla generosità della nobile famiglia, che le ha dato un lavoro e un tetto sulla testa. Diciannovenne pura e ingenua, fin da bambina custodisce un segreto. L’amore per un uomo di quattordici anni più vecchio, fratello maggiore della sua migliore amica e primogenito del duca di Highfield: Wolf Lennox. Tanto irraggiungibile che ignora persino il suo nome.
Ma quando, finalmente, la nota, ha inizio la caccia.
Lui la desidera.
Ha fame di lei.
Nel bosco di Blackwood e fra i sentieri pericolosi in cui è condotta, Rose scoprirà che l’amore non è un sogno puro, limpido, casto. Piuttosto, somiglia agli occhi neri di un uomo che, di lei, non ha esitato a divorare anche l’anima.

Bene Peccatrici,
oggi iniziamo il viaggio nel mondo delle favole con il primo volume della Blackwood Castle Series (7 libri, 8 autrici) e ad aprire le danze è Veronica Deanike col suo WOLF’S KISS liberamente ispirato alla favola di Cappuccetto Rosso. Pronte a venire nel bosco?
Nella bellissima Scozia sorge il castello di Blackwood, casato della famiglia Lennox: maestoso, superbo ed imponente come il primogenito del Duca, Wolf, l’erede al titolo. Wolf fa onore al nome che porta: predatore, oscuro e magnetico. Irresistibile ed inafferrabile per la piccola Rose, cameriera e assistente del Duca, orfana di entrambi i genitori e sotto la sua tutela: è il suo ideale da quando è bambina, vede in lui la reincarnazione di tutti i sogni e desideri, ma come tali, irrealizzabili. A dividerli non solo le differenze anagrafiche, sociali, economiche: c’è proprio un gap esistenziale che porta Wolf a guardarla dall’alto in basso così come si conviene ad una sottoposta e Rose ha troppa soggezione e timore per alzare lo sguardo nella sua direzione.
Troppo candida, innocente ed ingenua lei, troppo egoista, cinico, imperscrutabile lui: favola già finita ancor prima di cominciare. Perché, si sa, quando Cappuccetto Rosso si inoltra nel bosco da sola può essere solo che in pericolo, incontrare il lupo cattivo e finirgli dritta nelle fauci è inevitabile. E sappiamo bene come continua……
Ci sono due favole legate a Cappuccetto Rosso: quella dei fratelli Grimm, forse la più conosciuta, e quella antecedente di Charles Perrault. Ecco, mi piace pensare che l’autrice abbia tratto spunto da quest’ultimo per raccontarci la storia di Wolf e Rose (“Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n’è un tipo dall’apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!»- Perrault) perché il Conte di Blackwood non è mite, né gentile, né servile…è l’opposto, non nasconde mai la sua indole e non incanta Rose, ma è schietto, sfrontato e crudele: apre la bocca e spalanca le fauci, pronto a divorarla. La vuole anche se appare immorale, deprecabile, ma è un uomo che ottiene sempre tutto, mostra le sue carte e gioca pulito. Non promette nulla, non illude sul futuro e questo Rose lo sa più che bene, ma lei crede alla sua favola anche se il risveglio alla realtà è un boccone parecchio indigesto da mandare giù.
E che scelta potrebbe mai avere Rose? Ha in testa solo quell’uomo fin da bambina, non le par vero che lui mostri interesse per lei, non combatte e non fa resistenza, si affida a lui e gli concede sia il corpo che il cuore, gli fa dono della cosa più preziosa: se stessa. E come Cappuccetto Rosso fiuta il pericolo ma si fida del lupo cattivo e lo accarezza anche se sa che la mangerà, anche se sa che a rimetterci sarà solo lei una volta saziato. E’ innocente, ingenua, ma non stupida: crede al suo lupo anche se non dovrebbe, lui ringhia e morde, ma Rose non ritrae mai la mano fino a quando il lupo smette di ringhiare, chiude le fauci e si avvicina per non staccarsene più. La belva solitaria del bosco non ha più motivo di fuggire e tenere in ombra la sua vera natura, ora può liberarla e liberarsi. Non sarà mai domo, ma può riuscire ad essere docile.
La metafora legata alla storia di Cappuccetto Rosso mette in evidenza le capacità narrative di Veronica Deanike che si prende la responsabilità di aprirci le porte su questa serie e credo che le sue colleghe siano in assolute buone mani perché l’autrice è una Signora Penna che fa letteralmente sua sia la trama che la fiaba: prende entrambe saldamente, le rigira a suo gusto e piacimento, le fonde e le divide, dà ad ognuno il proprio ruolo, il proprio costume e non ci sono sbavature che facciano storcere il naso. Ha un ottimo timbro di scrittura, lo sa e ci va a nozze portandoci con sé come invitate speciali.
Meticolosa e appassionata quando dà vita ad un romanzo, dà voce e anima ad un Wolf aspro e disincantato ma non incapace d’amare, non è tutto d’un pezzo, a volte la sua corazza si incrina; la sua Rose è caratterizzata splendidamente – non è né debole né remissiva come appare, è perdutamente innamorata e schiava di un sentimento limpido – e lo ammetto – lei ha rubato la scena.
La Deanike non si ferma qui, ha dato una bella sferzata energica ai protagonisti futuri che ci aspetteranno con le altre favole: diamogliene merito, ha suonato la carica. Forte e chiara.
Peccatrici, la favola di Cappuccetto Rosso si chiude con un lupo che muore e un altro che rinasce, se ne stanno per riaprire delle altre e, se questo è l’inizio, dal castello di Blackwood difficilmente se ne potrà uscire illese.
Non vi do il bacio della buonanotte, ma vi strizzo l’occhio e alla prossima favola.
Moira
4.5 PIUMEEEE


Bentrovate Peccatrici amanti dei libri,
finalmente è partita la “The Blackwood Castle Series”, un progetto ambizioso di sette romanzi in chiave moderna di alcune delle più belle favole della nostra infanzia.
La prima autrice a presentarci il suo lavoro è Veronica con la sua personalissima fiaba di Cappuccetto Rosso, caratterizzata da un’inedita e accattivante personalizzazione del lupo.
I personaggi principali della classica fiaba ci sono tutti, ma in questo romanzo c’è molto di più.
C’è una famiglia e i suoi profondi legami familiari, ci sono accenni sapienti alle personalità dei personaggi che saranno i protagonisti delle fiabe che leggeremo nei prossimi mesi.
C’è un’ambientazione, quella della Scozia, che affascina per i suoi luoghi incontaminati e c’è il bosco, luogo in cui sia Wolf sia Rose, anime fondamentalmente solitarie, si rifugiano per trarne forza e giovamento e non solo… poiché sarà il terreno in cui avrà luogo la “caccia” di Wolf nei confronti di Rose.
C’è il lupo, Zampa Nera, che, secondo una leggenda, vagando nel bosco di Blackwood, avrebbe incrociato il conte e tra i due si sarebbe instaurata una tacita convivenza al punto di erigere l’umano a suo alfa, data anche la singolare somiglianza dei loro sguardi, profondi e feroci allo stesso tempo.
C’è Wolf, il conte di Blackwood, che per carattere e presenza, incarna in tutto e per tutto il lupo che popola il bosco di Blackwood, è austero, potente, algido e inarrivabile. Unica eccezione, come il lupo, l’affezione assoluta che nutre per i membri della sua famiglia.
C’è Rose, la piccola orfanella che, con il suo atteggiamento ingenuo, certo, ma sicuramente né stupido né fragile, ricorda la protagonista della fiaba originale. È sempre stata segretamente innamorata di Wolf. Rappresenta per il conte una sfida irrinunciabile, una “preda che non vede l’ora di essere mangiata”. Tuttavia, l’unica donna che, con la sua luce e la sua spontaneità, riuscirà ad illuminare il cuore oscuro di Wolf.
La storia d’amore di Rose e Wolf mi ha totalmente incantato e devo confessarvi che neanche per un attimo ho detestato Wolf, nonostante i numerosi momenti in cui i suoi atteggiamenti sono stati freddi e scostanti nei confronti di Rose, poiché dal racconto traspare il dilaniante tormento interiore del conte rispetto ai doveri imposti dal suo lignaggio.
«[…] Non possiamo scegliere di chi innamorarci, ma possiamo decidere se abbandonarci a quell’amore o compiangerlo per sempre.»
Con la sua ammaliante scrittura, l’autrice è riuscita a far emergere la me bambina di un tempo che continua a credere nel lieto fine nonostante le brutture che spesso la vita ci presenta: Veronica il tuo auspicio, espresso nel Prologo, ha fatto pienamente centro!
Le aspettative su questo fantastico progetto non sono state deluse e seguirò con trepidazione l’uscita dei prossimi volumi della Serie.
Alla data della stesura di questa recensione è stato reso noto il titolo e le autrici del secondo volume: si tratta di Prince of Ice, rivisitazione in chiave moderna de La Regina delle Nevi, scritta Daria Torresan e Brunilda Begaj.
Sperando di trovarvi nuovamente qui, vi saluto affettuosamente.
Carmen
5 PIUME
