Recensione doppia  PRINCE OF ICE di Daria Torresan e Brunilda Begaj

PRINCE OF ICE
Di Daria Torresan/Brunilda Begaj
DATA DI USCITA: 11/02/2023
Disponibile in formato Kindle- Copertina rigida e flessibile (352 pagine)
SELF PUBLISHING

TRAMA: Occhi azzurro cielo, ciglia come neve.
Così mi descriveva, un tempo, Kay Walsh, il mio amico d’infanzia.
Eravamo inseparabili noi due, fino al giorno in cui, senza un motivo, mi aveva eliminato dalla sua vita.
Di punto in bianco era cambiato: aveva perso il suo sorriso genuino e la luce nei suoi occhi.
Aveva iniziato a deridermi, a umiliarmi, a provocarmi. Con un colpo di spugna, aveva cancellato tutto il nostro passato.
Inutile cercare di evitarlo, lui era il wing della squadra di rugby della Blackwood Academy.
A lungo avevo sperato che tornasse a essere l’amico di sempre, finché mi ero dovuta arrendere. Dovevo solo affrontare il mio ultimo anno di liceo e non avrei avuto più nulla a che fare con Kay.
Ma in un anno potevano accadere un sacco di cose.
Come rendersi conto di essere innamorata del proprio bullo.

Lady Snow Lennox non era solo la figlia del Duca di Highfield. Lei era stata la mia compagna di giochi, la mia confidente. La persona che meglio mi conosceva al mondo.
Ed era proprio per quella sua capacità di leggermi dentro che avevo dovuto allontanarla.
Lei non doveva sapere. Non doveva vedere.
Credeva che tutto potesse aggiustarsi, ma non avrebbe potuto aggiustare me.
Io non ero spezzato.
Ero irriparabile.

Prince of Ice è il secondo volume della Blackwood Castle Series, composta da 7 libri autoconclusivi. Ogni singola storia riguarda la rivisitazione in chiave moderna di una tra le fiabe più amate. La lettura dei romanzi è autonoma e indipendente da quella degli altri volumi, precedenti o successivi.
Libro AUTOCONCLUSIVO
Genere: New adult – Sport romance – Rivisitazione in chiave moderna della fiaba de La Regina delle Nevi

A CURA DI MOIRA.

C’erano una volta delle Peccatrici che volevano leggere la storia di PRINCE OF ICE (vol.2 Blackwood Castle Series) di Daria Torresan e Brunilda Begaj perché, forse, ancora non la conoscevano…..Tranquille mie care, non sono né la renna né la donna della Finlandia ma sono qui per farlo…

“Kay e Gerda guardavano in un libro di figure immagini di animali e di uccelli, quando la campana batté proprio le cinque dal grande campanile, e Kay esclamò: «Ahi! Ho avuto una fitta al cuore, e mi è entrato qualcosa nell’occhio!».
La bambina gli prese il capo; lui sbatteva gli occhi, ma no, non si vedeva niente.
«Non credo che sia uscita» disse, ma non era così. Era proprio uno di quei granellini di vetro che si erano staccati dallo specchio, dallo specchio magico, ce lo ricordiamo quell’orribile specchio che rendeva tutte le cose grandi e buone che vi si specchiavano piccole e orribili, mentre le cose cattive e malvage risaltavano molto e di ogni cosa si vedevano subito i difetti. Povero Kay, anche lui aveva ricevuto un granello, proprio nel cuore. E il cuore gli sarebbe presto diventato di ghiaccio; ora non sentiva più male, ma il granello era sempre là.” (La regina delle nevi – Hans Christian Andersen).

Le autrici scelgono, forse, la strada più tortuosa per questo secondo volume della Blackwood Castle Series presentando il retelling di una fiaba probabilmente poco conosciuta ai più, ma che hanno saputo riscrivere e conformare al loro stile narrativo…e se la cosa non è difficile, queste due non si divertono.
Snow, la piccola di casa Lennox è un cuore candido e puro, pelle di neve e occhi di cielo con un’anomalia che la rende unica, non diversa ma quasi magica: sorella amatissima dai fratelli maggiori e poco compresa dal Duca di Highfield che la vorrebbe avvocato anziché seguire le sue inclinazioni così poco consone ad una Lady, ha avuto fin dall’infanzia il suo amico speciale: Kay, figlio della sua bambinaia. Hanno condiviso tutto, hanno giocato, riso, scambiatosi segreti e sogni, sostenendosi a vicenda, entrando in sinergia come solo le anime affini possono fare.
Ma oggi la bolla è scoppiata, spazzata via dal soffio gelido della Regina delle nevi che ha conficcato una scheggia di vetro dritta nel cuore, nel corpo e nell’animo di Kay Walsh.
Adesso è uno sfrontato, aggressivo giocatore di rugby della Blackwood Academy e quando non è impegnato a caricare avversari e compagni di squadra per sfogare la sua rabbia, il suo hobby preferito è vessare e perseguitare Snow che non si capacita della brusca inversione di marcia del loro rapporto. Tenta di ignorare le sue persecuzioni, incassa in silenzio le sue derisioni, poi scoppia e lo rimette al suo posto finché Kay non ricomincia: è un circolo vizioso in cui lei non trova il bandolo della matassa e lui contribuisce ancora di più ad ingarbugliarlo.
Cosa ha fatto cambiare Kay nel corso degli ultimi sei anni? Cosa ne è stato del bambino che si confidava con lei nella tana sull’albero o che si arrampicava sulla sua finestra per darle conforto durante le tempeste? Perso. Svanito. Dissolto.
Ciò che vuole Snow, oltre a suonare l’arpa a ritmo di rock, è ritrovare l’amico verso il quale i sentimenti – nel tempo – sono mutati ma Kay le si avvicina e poi si allontana repentinamente stringendo ancora di più la morsa dell’astio e dell’ostilità. Lei non deve sapere, non deve vedere ciò in cui si è trasformato. E’un muro invalicabile, un buco nero dove non filtra neanche un fiocco di neve che potrebbe riscaldarlo anziché gelarlo se solo lo facesse entrare, ma quella scheggia si è incancrenita così profondamente in lui che non c’è via di fuga e diventa una colpa meritata, un dato di fatto, una constatazione: per questo è meglio che Snow gli stia lontano, lontanissimo e che si beva tutto il suo odio e il suo disprezzo. Solo così potrà salvarla.
Ma Snow è troppo buona e perspicace per non saper comprendere che dietro la facciata meschina e arrogante c’è nascosto ancora quel bambino che urla silenziosamente per far sentire la sua voce – e non è vero che ha smesso di guardare con attenzione –  perché lei il suo Kay lo ha sempre visto, solo che è sepolto sotto strati di ghiaccio.
Prendendo “La Regina delle nevi” di Andersen sulle spalle e spalmandola sulla vicenda di Kay e Snow, Daria e Brunilda si trasformano loro stesse negli altri personaggi della fiaba componendo poco alla volta le tessere del mosaico dando a “Mirtilla” gli stimoli per continuare la ricerca dell’amico perduto, rallentandola quando non era il caso di proseguire e facendola desistere, per poi tornare a darle indizi e strumenti per estrarre quella scheggia di vetro e liberare Kay.
In tutto questo le due autrici, che spessissimo collaborano a 4 mani, rilanciano e cementano il loro feeling attraverso le pagine del romanzo che non ha distorsioni o sbavature, è solido, strutturato, energico, ci travolge come una tormenta e poi ci investe come una valanga. Aprono squarci su vicende aberranti ma purtroppo attuali in maniera spinosa ma accorta e sensata tipica del loro marchio di fabbrica, ci riportano a Blackwood e ci danno altri spaccati dei componenti della famiglia Lennox, rinsaldano i legami, e dimostrano di non smentirsi neanche stavolta: placcarle è quasi impossibile.
Se la Deanike con WOLF ha dato il via all’azione portando la palla ovale in avanti, la Torresan e la Begaj confermano con PRINCE OF ICE di essere la Seconda Linea della squadra e la “sala motori” di questa Serie.
Signore, bentornate a Blackwood: ci ritroveremo ancora per raccontarci un’altra favola.  

Moira   
4.5 PIUME

A CURA DI CARMEN.

Bentrovate Peccatrici amanti dei libri,
eccoci al secondo volume della “The Blackwood Castle Series”, Prince of Ice, dedicato alla rivisitazione in chiave moderna della fiaba de La Regina delle Nevi.
Le autrici, che ci riportano nuovamente al Castello di Blackwood, sono le bravissime Daria Torresan e Brunilda Begaj.
Confesso che non conoscevo questa fiaba e, prima di approcciarmi alla lettura, sono andata a ricercare quella originale. È stata una scelta che mi ha permesso di cogliere ed apprezzare i ruoli dei personaggi e comprendere le citazioni all’inizio di ogni capitolo.
In breve, la fiaba narra di un bambino e una bambina, molto legati tra loro, e della gelida Regina delle nevi, perfida antagonista, che per vendicarsi di una frase pronunciata dal bambino nei riguardi della sua persona non solo decide di mettere distanza tra i due, ma “raggela” il cuore del protagonista, impedendo a quest’ultimo di riconoscere l’amica e i sentimenti provati per lei.
E se posso anticipare il mio pensiero, le autrici l’hanno saputa valorizzare benissimo.
Snow Lennox, figlia più piccola del duca di Highfield e sorella di Wolf, personaggio complesso ma affascinante del primo volume della serie, è la protagonista femminile di questa favola moderna.
Eterea nell’aspetto ma forte nell’indole, è una ragazza di quasi diciotto anni con molteplici interessi, dall’amore per la musica a quella per i cavalli, in contrasto con i desideri del Duca padre che pretende per lei un futuro già ben delineato negli affari di famiglia e consono al loro titolo nobiliare.
Kay Walsh, figlio della bambinaia che si è presa cura di Snow quando la duchessa madre è scomparsa, è l’amico del cuore: hanno sempre avuto un ottimo rapporto fatto di giochi, confidenze e complicità.
Tutto precipita quando la madre di Kay muore. Il padre comincia ad annegare i dispiaceri nell’alcool e a non essere più in grado di sostenere la famiglia. Inizia a frequentare una donna, Reggina, che nasconde, dietro affabilità e perbenismo, la natura esecrabile delle azioni nei confronti del figlio minorenne.
Sentimenti come odio per se stesso, rabbia, dolore, impotenza diventano per il giovane l’unico modo per controbilanciare la devastazione dell’anima… Snow è tagliata fuori dalla sua vita perché ricorda a quest’ultimo ciò che lui non è più…

Odiavo pensare a Snow. Odiavo lei. O forse era me stesso che odiavo di più. Odiavo tutto ciò che mi ricordava il Kay di una volta. Odiavo la sua allegria, la spensieratezza, l’innocenza. Non c’era più nulla in me, nemmeno un pallido riflesso.

Snow non riesce a capacitarsi di questo improvviso cambio di atteggiamento dell’amico. Instancabile, cercherà un confronto per comprenderne i motivi, senza riuscirci.
Nel cuore, che Kay crede ormai congelato per sempre, comincia a fare capolino una piccola fiammella, che in realtà non si è mai spenta, ovvero il desiderio di liberarsi da quelle catene invisibili per riaffermare la propria dignità: il passo più importante per essere migliore anche per l’unica persona che ha sempre creduto in lui.
Il Principe di Ghiaccio, come lo ha definito Snow, pianifica la sua liberazione, al termine dell’ultimo anno di liceo, senza più voltarsi indietro. Perché per donare amore è fondamentale prima ricostruire se stessi.
Kay si salva da solo ed è ciò che ho amato di più di questo retelling.

Sarò una persona migliore per te. Non perché spero che ci sia un futuro per noi, a questo ho rinunciato da tempo. Ma perché tu sei l’unica che abbia mai creduto in me, e non voglio che le tue speranze rimangano vane. Ti porterò per sempre nel mio cuore, principessa di neve. Il tuo Principe di ghiaccio

In questo romanzo troviamo temi come l’amicizia, l’amore tra due giovani, il primo bacio nella notte di Halloween ma il focus è sulla rinascita di Kay, sulla sete di riscatto e sul coraggio di compiere i passi necessari affinché la carnefice del Kay bambino non rimanga impunita. Per questo ho apprezzato il finale del libro. È un messaggio netto e forte, ed è per me la migliore conclusione.
Al termine di questa storia si impone, tra tutte, la riflessione più importante, quella secondo la quale per una vittima è difficile mettersi in salvo dagli atti di violenza, soprattutto quando questi ultimi sono praticati dalle persone che dovrebbero amarle e proteggerle e che invece usano la loro superiorità, anche economica, per tenerle soggiogate a sé.
Complimenti a Daria e Brunilda: hanno dimostrato che, anche attraverso il retelling di una fiaba, si può veicolare un messaggio di sensibilizzazione per le vittime degli abusi.
Alla data della stesura di questa recensione è stato reso noto il titolo e l’autrice del terzo volume: si tratta di Secret Wishes, rivisitazione in chiave moderna di Aladino e la Lampada meravigliosa, scritta da Leila Awad.
Nell’attesa di conoscere meglio Alistar, il fratello gemello di Wolf, e addentrarmi nelle atmosfere arabeggianti, mi congedo.


Carmen

5 PIUME

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