Recensione doppia LE CICATRICI DEI DAMYANOV di Mary Lin

LE CICATRICI DEI DAMYANOV
Mary Lin
DATA DI USCITA: 10/03/2023
SELF PUBLISHING
DISPONIBILE IN FORMATO KINDLE – COPERTINA FLESSIBILE (681 pagine)
GENERE: DARK ROMANCE

TRAMA: Mikael Damyanov è una finzione, l’esatto opposto dell’uomo freddo e razionale che simula di essere. Mikael Damyanov è il peggior nemico di se stesso, una vera e propria calamità naturale. Con le sue scelte impulsive e il comportamento imprevedibile, è riuscito a spazzare via tutto: la sua eredità, il suo cognome, la sua stessa vita.
L’erede legittimo della famiglia Damyanov, mai all’altezza per suo padre, ha distrutto la sua intera famiglia.
E adesso sembra scomparso nel nulla.
Cresciuto nell’incomprensione e nella solitudine, si è perso sin da subito, convinto che le brutte persone come lui meritino di essere inghiottite dall’oscurità.
Eppure, c’è qualcuno che ha sempre creduto in lui.

Non mi interessa sapere come ti chiamavi.
Sei nata oggi, moscerino.
Spetta a me darti un nome.

Lei che, cresciuta in una scatola, si è ritrovata di colpo avvinghiata alle tenebre. Lei che, nonostante tutto, ha la mente libera, spicca il volo, assapora le nuvole e abbraccia il sole. Lei che, salvata da un angelo dannato dagli occhi verdi, diviene argilla tra le sue mani e legge cura nelle efferatezze.

I suoi occhi verdi, bellissimi. È un verde che non esiste. È terra, aria, fuoco e acqua e non lo è affatto.
È luce e oscurità.
È vita.
È morte.

Lei che alla fine verrà travolta.
Lei che non c’è più.
Perché Mikael Damyanov distrugge tutto ciò che tocca.

Nota autore: Il romanzo contiene scene di prevaricazione, abusi e umiliazioni. Non è adatto a persone sensibili agli argomenti trattati.
Le cicatrici dei Damyanov è un dark romance, spin-off di Le ombre del Cigno, ma può essere letto come autoconclusivo.


A CURA DI MOIRA.

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

Non chiedetemi aiuto Peccatrici,
il libro di cui vi parlerò oggi non ha mezze misure e non ci sarà solidarietà per nessuna di voi, quindi valutate bene se vi ritenete pronte a scendere nelle viscere della storia in cui vi porterà Mary Lin con LE CICATRICI DEI DAMYANOV, oggettivamente il suo miglior dark fino ad ora. Vado controcorrente invitandovi a leggere prima “Le Ombre del Cigno” e “ICE” della Serie Rebels; rischiereste di non essere a fuoco completamente con questo. E non ve lo perdonereste mai.

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

Mikael Damyanov, già apparso ne “Le Ombre Del Cigno” come una figura ambigua, serafica ed indagatrice è l’erede di un impero in rovina. Braccato, condannato in contumacia da chi gli sta dando la caccia, si è trasformato in un fantasma. Nessuno sa dov’è. Non lo sa neanche lui dove si è perso: la sua testa è un caos perenne, nella sua mente regna la totale anarchia. Non è solo un uomo pericoloso, incapace di gestire rabbia e altri sintomi psicotici, è una bomba ad orologeria, una mina vagante pronta ad esplodere, un morto che cammina. Ha imparato fin da piccolo sulla pelle come deve essere un Damyanov, è stato forgiato nel dolore, nella crudeltà, nell’estirpare ogni empatia, ogni emozione. Non.Ne.Deve.Restare.Traccia. Non nel suo mondo.

(“solo una cicatrice da qualche parte dentro di me, qualcosa che non posso riparare anche se lo sarà sempre. Faccio finta che non ci sia, sono intrappolato nel passato dove il dolore è tutto ciò che conosco” – LOST- Linkin Park)

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

LEI non è mai venuta al mondo. Senza passato, senza futuro, un presente fatto solo di pietre colorate, una forchetta e un lenzuolo lercio. Ma sa contare bene. Fino a quando incontra LUI che le dà un nome e finalmente nasce. Nasce per essere plasmata perché non è la salvezza quello che le offre, è sottomissione, possesso, dominio assoluto. Lei è predestinata a diventare una cosina sua, invisibile, docile, innocua come un moscerino. E ad appartenergli.

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

Ho pensato molto a come impostare questa recensione facendo attenzione ad ogni tipo di spoiler e così facendo non vi sto aiutando di certo, me ne dispiace. Anzi, no, non mi dispiace affatto perché non ero preparata neppure io, quindi si salvi chi può perché “sopravvivere” sarà la vostra parola d’ordine. L’autrice non ha badato a spese nel tingere di nero ogni frammento, ha inciso disumanamente alcune sequenze, ha dissipato ogni forma di dubbio sulla direzione di questa storia claustrofobica, asfissiante, serrante da lasciarmi in debito d’ossigeno. Mary Lin è impazzita letteralmente.
Talmente folle già a partire dalla cover, talmente folle da vomitarci le nefandezze di cui gli esseri umani si possono macchiare, talmente folle da proporci una figura femminile impalpabile, impossibile da decifrare, catalogare, comprendere. Nessuna vorrebbe essere LEI. Follia pura concepire LUI, le sue inclinazioni, il suo sadismo, i suoi deliri, la sua lotta perenne a dominare ogni forma di emozione al punto da renderlo totalmente instabile. E’ stata una follia far incontrare questi due e decidere che le loro vite nate e cresciute nel letame dovessero percorrere lo stesso binario. Loro due non portano fardelli pesanti in dote, li avevano già dal primo vagito nella culla: LEI non conosce nulla al di fuori di quella scatola e del mondo, LUI lo vorrebbe distruggere, franare tra le macerie e seppellircisi.

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

Signore mie, se esiste un trono per il dark romance ci si siede questa Autrice perché LE CICATRICI DEI DAMYANOV rasenta la perfezione: Mikael e LEI sono equilibristi contestabili, incomprensibili, discutibili in contrapposizione all’innocenza, alla fame d’amore, alla purezza che parrebbe stridere di fronte ad un linguaggio fisico dove il dolore di uno coagula nell’altra. Ma niente è come sembra. E dalle piccole, apparentemente superflue sfumature, riuscirete ad intravedere la dolcezza e la forza di questi incredibili personaggi segnati, marchiati, danneggiati. Non guardate coi vostri occhi, ma con i loro e accettate che l’amore sia anche questo.
Chiedevo una tregua, un armistizio per poter tornare a respirare, ma la follia di Mary Lin è stata inarrestabile: la storia incrocerà le vite di altri personaggi passati trasformandola sul finale in un’azione corale da standing ovation che ha mandato a farsi benedire ogni buon senso, ogni fermezza e quando ho chiuso il libro ho urlato: “caxxo, che capolavoro ha fatto!!!!”.
E ad onor del vero, Peccatrici, la sua non è stata affatto follia, ma lucida premeditazione: ha curato in modo maniacale ogni passaggio, ogni dettaglio con una gran classe, ogni parola con metodo ossessivo, ha frantumato ogni barriera esistente, si è accanita sull’introspezione psicologica dei protagonisti da vera killer creando un romanzo che squarcia emotivamente ogni logica e che è follemente bello. Bello da far male.
Si è fatta attendere parecchio, ma ne è valsa la pena: Mary Lin è tornata, più spietata e delicata che mai e si riprende il posto che le spetta. Con il suo capolavoro.

“Cancellalo. Dimenticalo. Nascondilo. Ma sii preparata.”

Ci ho provato, giuro che ci ho provato. Moira
5 PIETRE DI OSSIDIANA.
5 MAZZI DI CALENDULE.
5 PIUME…NERE COME QUELLE DI UN CORVO.

A CURA DI FRANCY.

Peccatrici, oggi vi parlo di “Le cicatrici dei Damyanov” di Mary Lin.

Dovete sapere che…

Vi vorrei dire che…

Questo nuovo romanzo…

Perché sapete Mikael e LEI…

Ok, calma. Sangue freddo e in testa un solo assunto ripetuto come un mantra:
CE LA POSSO FARE.

Ci sono, so da dove iniziare.

“I call it magic,
I call it true.
I call it magic,
When I’m next to you”

Poche parole e una musica calma e rilassante accompagnano la mia metabolizzazione di questa meraviglia intitolata “Le cicatrici dei Damyanov”. Una canzone che non c’entra niente con loro, che forse a Mary Lin nemmeno piace o è mai piaciuta ma che, per qualche strano e inspiegabile motivo, mentre ero in treno direzione FRI è partita su Spotify e mi ha immediatamente fatto pensare a Mikael dopo nemmeno 24 ore dalla fine del romanzo.
Quindi la domanda che mi pongo oggi che sono qui a scrivere la recensione è: vi devo parlare del romanzo per quello che è o devo provare a farvi capire perché mi è entrato dentro come un cavolo di tsunami e mi ha rimescolato gli organi?
Se la risposta che volete è quella alla prima domanda mi dispiace ma devo declinare, non sono abbastanza preparata per parlarvi tecnicamente del perché è un libro che oggi dovrebbe essere, secondo me, un best seller del dark romance, anche se per il lavoro che ha fatto Mary si meriterebbe una recensione di questo tipo. Se invece accettate di buon grado la risposta alla seconda domanda, bene, sedetevi e seguite il mio filo illogico.
Potrei dirvi che Mikael e LEI sono due personaggi rotti, devastati, incrinati che cercano di venire a capo delle loro esistenze attraversando gli ostacoli infiniti e insormontabili di una dolorosissima e misera vita ma non è così, cioè lo è ma mettete questo da parte.
Mikael e LEI non sono rotti, loro non sono nati, cresciuti e poi sono stati spezzati. Loro sono usciti dalle loro madri per essere plasmati, addomesticati, sono stati creati per essere soldati di un esercito deciso e formato da altri. Loro non hanno scelta, non ne hanno mai avuta.
Sono rabbia, desolazione, annichilimento. Sono amore, calore, dolcezza e possesso. Sono perversione, ribellione e servilismo. Sono la voglia di scoprirsi figli, fratelli, esseri degni di respirare.
Sono la dolcezza nel colpo di un cane che fa sfrigolare la pelle e che non impone ma sceglie. Sono il profumo di una calendula che ti violenta la mente e fa sanguinare le mani. Sono follia, pazzia, incomprensione e incoerenza. Sono figli dei loro errori, delle loro insicurezze e genitori delle loro manie. Sono Mikael Damyanov e la sua “cosina”.
E se tutta questa lista di cose che ho sciorinato, e che magari Mary Lin odierà più della canzone che ho scelto, per voi è solo una serie infinita di cose negative e senza senso questo romanzo non fa al caso vostro, cercate altro.
C’è cattiveria, c’è barbarie, ci sono scene al limite delle sensibilità umana per cui se non amate questo genere passate oltre, fatelo per voi e perdonate la mia schiettezza ma credo che le recensioni debbano essere anche deterrenti per chi non ama il genere.
Vi lascio con:

And if you were to ask me
after all that we’ve been
through
“Still believe in magic?
Oh, yes, I do.

Magic, Coldplay.

Buona giornata, peccatrici.

Un bacio,
Francy.

5 milioni di piume

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