Recensione Supernatural Academy di Jaymin Eve

Titolo: Supernatural Academy – Anno uno

Serie: Supernatural Academy

Autore: Jaymin Eve

Genere: Fantasy

Editore: Queen Edizioni

Data di pubblicazione: 18 novembre 2022





Supernatural Academy – Anno uno
Supernatural Academy: Year Two
Supernatural Academy: Year Three




Maddison James sta per scoprire la verità sul mondo che la circonda.
Prima di tutto… gli esseri soprannaturali esistono. Secondo… lei è una di loro, anche se nessuno riesce a capire cosa sia.
Terzo… sta per cominciare la scuola. E le cose stanno per farsi molto interessanti.
La Supernatural Academy è la scuola in cui i mutaforma, i vampiri e le creature magiche imparano a usare le loro abilità e a rapportarsi con gli umani. Maddison sa già come vivere nel mondo umano, ma la parte soprannaturale… quella è una cosa del tutto nuova. E pericolosa.
Esempio numero uno: le ragazze popolari possono veramente trasformarti in una rana. Esempio numero due: Asher Lock, il dio dell’Accademia. Beh, non letteralmente… anche se lui si comporta come se lo fosse, proprio come fanno tutti gli studenti che lo venerano.
Asher fa impazzire Maddison, perché, a quanto pare, i ragazzi arroganti, presuntuosi e bellissimi sono proprio il suo tipo. E, malgrado il disprezzo reciproco, tra di loro volano scintille. Più si ritrovano a stare insieme, più Asher tenta di capire per quale motivo la magia di Maddison è bloccata.
Finché la verità viene svelata… e loro scoprono che, nel mondo soprannaturale, niente è come pensavano.



Terminato o meglio divorato in due giorni e odio tutti… Perché ho iniziato una serie sapendo che devo aspettare per il seguitoooooo!!! Ho adorato questo romanzo che mi tenuta con il fiato sospeso per tutto il tempo. La descrizione dei personaggi e la storia originale fanno si che la tua mente viaggi tra le mura dell’accademia stessa e nelle avventure dei protagonisti. Maddison è rimasta sola al mondo ma non sa che tutto sta per cambiare, questo è l’anno del rosa e mentre si sta facendo la tinta, Ilia appare alle sue spalle e là “convince” che lei farebbe parte di una stirpe soprannaturale infatti la condurrà insieme a Mossie, un goblin, alla Supernatural Academy.


«È una cosa che tutti i sup…» la parola mi suonava strana, «possono fare?» «No», rispose Ilia, scuotendo il capo. «Solo alcune delle mezzefate dispongono di tale capacità. Forse anche qualche stregone molto potente, ma non dovrai preoccuparti di loro. È raro.» Giusto. Certo. Solo le mezzefate e gli stregoni potenti. Cosa stracazzo stava succedendo? «Proprio davanti a noi c’è il portale inviato dall’Accademia», disse Ilia. «Hai intenzione di urlare ancora?» Mi guardò con attenzione. Feci spallucce. «Non ho la benché minima idea di cosa sia un portale, quindi sì, è probabile.» Mossie sorrise, e la sua inconfondibile spaventosità mi distrasse di nuovo. Non c’era niente di rassicurante in quel goblin, poco ma sicuro. Svoltammo l’angolo e ci nascondemmo sotto dei fitti cespugli, e Ilia si fermò davanti a un… portale vorticoso. Non si poteva descrivere in altro modo.


In tutto ciò lei non rimane né sconvolta né scioccata di tutto quello che la circonda, anzi si stupisce della sua calma e tranquillità nell’affrontare questo cambiamento drastico. Troveremo un mix di sup come fate, mezze fate, atlantidei, vampiri e chi più ne ha, più ne metta ma descritti e gestiti veramente bene.



«Cosa mi offre questo istituto, esattamente?» chiesi con cautela. «E quanto costa?» Jones sorrise. Eravamo tutti consapevoli di come avessi abboccato, ma il mio motto era sempre stato quello di non darla vinta troppo facilmente. «Sono contento che tu me lo abbia chiesto. Adesso ti faccio una panoramica di base, poi potremo incontrarci nel mio ufficio domani, prima delle lezioni, e scenderemo nei dettagli.» Sembrava un piano ragionevole. «Avrai la tua stanza qui, nella torre delle creature magiche», continuò Jones. «Tutte le specie hanno torri separate e, dato che non sappiamo ancora a quale appartieni, per ora ti considererò una strega. Sono abbastanza sicuro di poter escludere vampira e mutaforma. Perciò devi essere una strega o una fata… o entrambe, nel caso tu sia di una specie mista. In ogni caso, prima o poi lo scopriremo.» Strega o fata. Ci riflettei, cercando di trovare una connessione con una di quelle specie. «Frequenterai delle lezioni scelte da te», proseguì, «insieme a dei corsi di base che assegniamo noi: ti daranno ciò che ti servirà per il tuo futuro in questo mondo. Una volta che conosceremo la tua specie, potremo essere più specifici. Come dicevo, incontrerai degli amici che sono proprio come te, conoscerai la tua storia e troverai il tuo posto, come non avresti potuto fare nel mondo umano.» Perché non ero umana.



Suo malgrado conoscerà i Cinque atlantidei più venerati dall’accademia tra cui Asher, Jesse, Rone, Axl e Calen i cinque sono molto curiosi di sapere a quale categoria sup appartiene Maddie.


Tre stramaledetti atlantidei. Insomma, certo, gli esseri soprannaturali rappresentavano un mondo mitico che prendeva vita, ma Atlantide… Gli occhi argentati si avvicinarono ancora, il suo sguardo mi scrutò da capo a piedi. «Scommetto che potresti aiutarmi in un sacco di modi, streghetta.» Mi accigliai. Gli uomini erano gli stessi ovunque andassi. Sup, atlantidei, umani. Tutti cazzoni. «Ascolta», dissi, mantenendo un tono di voce il più irritato e distaccato possibile, «non sono interessata.» Li salutai con la mano. «A nessuna cosa tu voglia dirmi.» Mi girai per allontanarmi, ma lui mi afferrò il braccio. Il suo sorriso era sparito e teneva gli occhi stretti su di me. «Cosa sei?» chiese con tono tranquillo, e mi resi conto di come la conversazione avesse cambiato direzione. Uno degli altri ragazzi, che fino a quel momento era sembrato decisamente disinteressato, si rivolse al suo amico. «Dai, Calen, lascia stare l’umana. Abbiamo cose più importanti a cui pensare.» Trasalii alla parola “umana”. Avevo sospettato da subito che in quel mondo si trattasse di un insulto. Infuriata, scrutai lo stronzo. Era biondo, i suoi capelli lunghi erano un insieme di toni dorati. Gli occhi azzurri ardevano in una maniera diversa rispetto a quelli di Calen: gelidi, con un anello argentato intorno all’iride. E il suo sguardo collerico era impressionante; potevo avvertire l’astio sprizzargli da tutti i pori. Era vestito in modo simile agli altri, ma completamente di nero. L’anima oscura. Il terzo era più silenzioso, mi guardava con gli occhi spalancati, che erano grigio-argentei come quelli di Calen, ma con fasci dorati a dividerli in due. Non c’era nessuna traccia di collera nel suo sguardo. Piuttosto, sembrava incuriosito, come se mi stesse analizzando. Indossava una camicia blu a quadri tutta abbottonata, pantaloni scuri e scarpe eleganti molto costose. Mi sorrise con gentilezza, e compresi il significato di quello che Ilia aveva detto su di loro: sembravano carini, ma celavano qualcosa di spaventoso.


I poteri di Maddi al momento sono bloccati e nessuno riesce a capire esattamente che tipo di specie sia. Inzierà così il suo anno scolastico e il suo percorso per scoprire la sua vera natura. Ovviamente ci saranno molto colpi di scena e nulla verrà tralasciato. Basta non voglio dirvi di più.


Un attimo prima che il cibo arrivasse, un formicolio di energia mi si diffuse sulla pelle e, nonostante non stessi morendo di fame, il profumo di mais, salsa e peperoncino macinato fu sufficiente a farmi brontolare lo stomaco. I cuochi della Supernatural Academy, chiunque fossero, facevano dei tacos incredibili. «Sei al nostro tavolo, tipa nuova.» La voce era un rimbombo profondo, e spalancai gli occhi deglutendo rapidamente. Dovetti inclinare la testa molto all’indietro per poter vedere in volto chi aveva parlato, e, quando ci riuscii, deglutii di nuovo. La sera prima non ero riuscita a inquadrargli il viso, ma quella mattina lo riconobbi. Il quinto atlantideo. Jesse aveva gli occhi verdi, la carnagione scura ed era un leone mutaforma. Era uno dei ragazzi più imponenti che avessi visto in vita mia, alto ben oltre il metro e ottanta e scolpito come un difensore di football americano. Era anche piuttosto sensuale. Sensuale a livello atlantideo, perché ormai cominciavo a pensare che fossero decisamente sup di una specie a sé stante. Prima che potessi scrutare ogni tratto della sua bellezza, compresi finalmente quello che aveva detto. Il loro tavolo. Oh, merda. Una morsa mi strinse le viscere, facendomi agitare. «Non sapevo che ci fossero tavoli assegnati per il pranzo», dissi in fretta. Jesse si accomodò su una sedia proprio di fronte a me, e dovetti comunque alzare lo sguardo per osservarlo. «Abbiamo rivendicato questo tavolo al primo anno», disse, «ma, dato che sei nuova qui, non ti darò troppa noia per aver poggiato il tuo bel culetto dalle nostre parti.» Mi fece un mezzo sorriso, il bianco dei suoi denti brillava in contrasto con la pelle scura. «Mi sposto, allora», dissi, raccogliendo subito le mie cose. Proprio quando feci per alzarmi, lui agitò una mano. «Puoi rimanere, se rispondi a qualche domanda. Hai incuriosito alcuni dei miei fratelli, e questa mi sembra l’occasione perfetta per scoprire delle cose divertenti su di te.»


Ho iniziato il libro di ritorno dal Fri, inutile dirvi che come ho iniziato a leggerlo non ho più smesso, perché ero curiosa di sapere gli intrecci delle loro storie. A parte il fatto che ci sono un sacco di dettagli da gestire direi che l’autrice ha fatto centro, perché non lascia nulla al caso. Ti cattura ogni personaggio e non vedi l’ora di scoprire capitolo per capitolo cosa succede. Quindi detto questo anche voi fatevi rapire dall’anno del Rosa, perché non ve ne pentirete!
Baci, baci Lisa.

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