Recensione ALI DI CARTA di Vera Demes

A CURA DI CARMEN.

Autore: Vera Demes
Data di Uscita: 28 aprile 2023
Piattaforma: Amazon
Prezzo ebook: 1,99 €
Prezzo cartaceo: 15,00 €
Tipo: Self-publishing
Formato: in ebook, cartaceo e abbonamento KU
Genere: Contemporary Romance autoconclusivo

TRAMA:

Sospesi nel vuoto ci guarderemo. E voleremo via.
Solidità.
È ciò che Alessandro Bramanti, trentaquattro anni, un bell’appartamento al centro di Roma, una Maserati fiammante, donne quanto basta, soldi da spendere e una posizione di socio in un prestigioso studio di architettura, persegue ogni giorno. Sicuro di sé, deciso, arrogante e molto competitivo non ha tempo per la leggerezza.
Eppure tutto cambia quando, in una serata da dimenticare, Aurora Sándor entra nella sua vita ribaltando ogni certezza. Ventiduenne silenziosa e affascinante, una tenacia resiliente e una levità in grado di aprire orizzonti inaspettati, lei possiede il dono prezioso di saper volare.
Il loro primo incontro è un disastro e tuttavia, complice il destino, le loro strade si incrociano ancora. E questa volta con esiti inattesi.
Lui è rigido, impaziente e facile all’irritazione, lei è sognatrice, mite ed eterea e la loro diversità sembra un ostacolo insormontabile.
Poi un viaggio a Stoccolma costellato da incomprensioni ma anche da una strana complicità capace di superare le distanze.
Nelle differenze si crea una magia e stare insieme diventa bello, un percorso romantico alla riscoperta di sé stessi, giorni impetuosi sulle spiagge selvagge della Maremma, il desiderio e la voglia di amarsi che sfondano gli argini della riservatezza.
Ma un evento greve può minare la felicità precipitandoli in basso e cambiando tutto.
E allora servono ali di carta per sollevarsi in aria e inseguire i tracciati tortuosi del vento.
Entrambi lo sanno. L’hanno scoperto insieme. E questo, forse, basterà.

Eccomi qui carissime Peccatrici per parlarvi dell’ultimo romanzo di Vera Demes, intitolato Ali di Carta. Romanzo che mi ha suscitato emozioni intense, come la penna di Vera riesce a trasmettere: dopo aver letto Levante, che consiglio caldamente, sapevo a scatola chiusa che questa storia mi avrebbe appassionato e le attese non sono state deluse.
La scrittura di Vera è coinvolgente, la storia è incalzante, io non sono stata in grado di staccarmi da essa, poiché emotivamente travolta dal divenire della storia dei protagonisti, tant’è che ho letto la storia di Aurora e Alessandro in 24 ore.
Vera è in grado di dare spessore e corpo a tutti i personaggi, compresi quelli che gravitano intorno a quelli principali. Li rende vivi, tanto da farli entrare in empatia con il lettore.
Le descrizioni dei luoghi sono dettagliate, senza essere ridondanti, tanto da catapultare il lettore proprio lì, dove i protagonisti si muovono: mi sono ritrovata a Stoccolma, peraltro senza esserci mai stata fisicamente, immaginando perfettamente il suo centro storico e i canali che circondano i suoi territori; e poi a Roma, nelle vie del centro che da turista, amante della Città Eterna, conosco, e infine la costa tirrenica in Toscana, con i suoi colori e la sua vegetazione, panorami che ho ammirato tante volte nei miei viaggi.
I temi trattati da Vera in questo romanzo sono la leggerezza e la gravità: modalità diverse per affrontare le sfide della vita. Tra l’altro in maniera invertita rispetto al vissuto dei protagonisti.
Aurora, ventiduenne, ha sperimentato insieme al fratello minore Damiano un’infanzia di stenti, violenze, soprusi, mancanza di amore genitoriale. Malgrado le vicende devastanti affronta le difficoltà di una quotidianità difficile e mediocre con resilienza e leggerezza, cercando di librarsi in volo sul suo passato, godere delle piccole cose e raggiungere la felicità e la pienezza di una vita degna di essere vissuta.
La danza aerea è per lei il mezzo per staccarsi dalla terra greve e volteggiare nell’elemento a lei più affine: agganciata alla fune la sua mente ritorna a quando era la bambina prodigio con le ali di carta, attrazione del circo, con il nome di Rori il colibrì.
Alessandro, trentaquattrenne, architetto, ha vissuto una infanzia agiata, ha conseguito successi, solidità e sicurezza. Ha combattuto con la perfezione pretesa da suo padre. Si è smarcato da una famiglia con cui non condivide nulla: nessuna dimostrazione di affetto e nessun calore familiare. Ha deciso di vivere in solitudine, non disdegnando i piaceri che il suo status sociale gli offre, ma sempre con equilibrio e parsimonia di emozioni. Ha escluso a priori la possibilità di abbandonarsi ai sentimenti, considerati segno di vulnerabilità e di apertura incondizionata verso il prossimo.
Il loro primo incontro è uno scontro: Aurora è una giovane donna con un bagaglio di sofferenze da far impallidire persone molto più grandi dal punto di vista anagrafico, percepisce Alex come un uomo cupo, privo di empatia, ottuso, insensibile ed egoista. Alex rimane colpito da quell’incontro fugace e da una frase pronunciata da Aurora che comincia come una goccia d’acqua a scalfire la roccia delle convinzioni di Alex:

«Tu non sei niente. Ma io sono aria. In un mondo greve.»

A questo incontro ne seguiranno altri del tutto fortuiti finché un viaggio a Stoccolma li farà avvicinare, senza riuscire a comprendersi del tutto. Entrambi con una grande paura di aprirsi all’altro, troveranno ostacoli derivanti dal diverso status sociale.
Parallelamente alla storia di Aurora e Alex, scorre quella di amicizia tra Damiano e Ginger, due anime accomunate dal senso del diverso, dall’emarginazione, dal desiderio di apparire per quello che si è nonostante i giudizi del moralismo giudicante e dilagante. Due anime spezzate, ma con la voglia di far emergere la propria identità, come unica strada per giungere alla propria felicità.
Ginger è la chiave di volta per il rapporto tra Damiano e la sorella Aurora, arrivato ai ferri corti non per mancanza di affetto bensì per l’incomunicabilità, per la diversa visione del vivere: perché accade che nonostante l’amore fraterno non si riescano più a condividere gli stessi spazi e si abbia la voglia di mettersi alla prova e a rendersi indipendenti, proprio come anela Damiano.
Ma Ginger è la chiave di volta anche per il rapporto tra il tenebroso architetto e l’eterea danzatrice volante.
Nonostante il giudizio frettoloso di Alessandro nei confronti di una realtà così lontana dai salotti bene romani, è grazie all’aiuto di Ginger che ad Aurora verrà recapitato, dopo alcuni mesi di sofferenza indicibile a seguito di un incidente, un biglietto, un dono per la sua rinascita fisica ed emotiva, le ali di carta in grado di librarla in volo questa volta non più da sola, ma con Alex al suo fianco.

Fammi l’amore,
fammi volare.

Confesso di aver avuto bisogno di qualche giorno per assimilare tutte le emozioni che mi ha suscitato questa storia a tratti difficile ma sorprendente.
Un romanzo denso di riflessioni e spunti per meditare sul proprio vissuto. Tante sono le sollecitazioni esterne che spesso, purtroppo, ci annebbiano i sensi dilatando l’attenzione su aspetti che inquinano l’anima e non ci fanno cogliere il significato della Vita.
I problemi quotidiani sono zavorre, è difficile tendere alla leggerezza ma è un esercizio che va incoraggiato e perseguito: lo dobbiamo a noi stessi!
Grazie a Vera per questo viaggio introspettivo.
Carmen

5 PIUME

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...