Review UNDONE di Francesca Marcelli Recensione doppia!

13 Mag, 2024

Titolo: Undone
Autore: Francesca Marcelli
Editore: Self-publishing Genere: Romance di formazione.
Trope: Second chance, angst.
Data pubblicazione: 20 Giugno 2023
Pagine: 307
Autoconclusivo: Sì
PoV: doppio
Formato: Cartaceo, ebook e Kindle Unlimited Prezzo:
• ebook €
• cartaceo: €

TRAMA:

Lavinia rientra in Italia dopo quasi tre anni. Tornare al punto di partenza non è mai facile, soprattutto se quando sei partito hai lasciato la tua vita sospesa a un unico attimo. Quello che ti ha annientato, spazzando via ogni cosa di te. Ogni sogno, certezza e promessa.
Tutto incompiuto.
Ad attenderla trova gli stessi problemi dai quali aveva tentato di fuggire.
Tutti più uno.
Alberto è stanco di vivere una vita interrotta, in bilico fra speranza e disperazione, ed è determinato a uscire dalla spirale di smarrimento e autodistruzione nella quale entrambi sono finiti. Costi quel che costi.

“Se dovessi essere io a spezzarmi, la prossima volta, lei cosa farebbe? Proverebbe a salvarmi o mi volterebbe di nuovo le spalle?”

A CURA DI MOIRA.

Buongiorno Peccatrici,
esce oggi “UNDONE” il primo romanzo in selfpublishing di Francesca Marcelli dopo le esperienze precedenti con Casa Editrice e sceglie di scriverlo giocando in casa, quindi tutto made in Italy e sarà un viaggio che non dimenticherete.

Lavinia lasciava l’Italia 2 anni fa con la vita in frantumi come le crepe nei muri, era l’ombra di se stessa come un’immagine coperta dal plexiglass in cui non si riconosceva più e quando atterra a Fiumicino è rimasta la bambola rotta che non funziona ancora e che il tempo non ha guarito: una scatola vuota e buia dove ha rimosso i ricordi, sia quelli belli che quelli più brutti ma vuol tentare di riempire nuovamente quella scatola, solo che non sa come fare. Alberto l’ha vista fuggire come una codarda egoista ed è rimasto solo a combattere una battaglia dove avrebbe voluto un’alleata e invece si è trovato di fronte una nemica che gli ha voltato le spalle: non è un supereroe, è un uomo comune con paure e debolezze, ha ricomposto i pezzi del puzzle come meglio ha potuto ed è andato avanti. Senza di lei.

Novecentosettanta giorni lontani, novecentosettanta giorni dopo si rivedono sotto lo stesso tetto: lui pieno di rabbia e di risentimento per quel fantoccio che fino a ieri era la sua donna e lei in un costante e apparente stato di apatia e inadeguatezza, incapace di rilanciare le accuse del suo ex compagno, schiava di catene che la inchiodano, la benda sugli occhi e un cappio al collo che paralizzano ogni azione. E si ritrovano allo stesso punto morto in cui si sono lasciati. Avanti non si va e indietro non si torna. E anche il loro amore si è ibernato novecentosettanta giorni fa insieme a sogni, speranze, progetti.
Lavinia e Alberto non vivono dall’altra parte del mondo, non sono le vittime, i ribelli con le sinapsi fuori controllo, sono gli amici fraterni con cui bere una birra al pub, i colleghi di lavoro con cui si hanno intese speciali, Lavi e Albe sono imprigionati in una bolla che sta per scoppiare. E che deve scoppiare.

Francesca Marcelli ha scelto una bellissima playlist per guidarci dentro le loro vite, ma mentre sto scrivendo mi risuonano queste parole:

“Dopo aver guardato affondare il tuo cuore, dopo aver permesso al tempo di giudicare, stringo le mie spalle senza niente da dire. Piove sui miei alibi, piove sui rimpianti, l’acqua scorre e scivola sul tempo che ci resta. Piove sui tuoi alibi, piove sui rimpianti, l’acqua scorre e porta via il tempo che ci resta. Scorre sui tuoi alibi, scorre sui rimpianti, scorre su di noi” (ALIBI – Subsonica)

Quando ho letto UNDONE sapevo di trovarmi fuori dalla mia comfort zone, poi ho pensato che le storie più “dark” sono quelle delle persone reali che mettono alla prova la loro volontà istintiva, le potenzialità razionali, la reattività di fronte agli eventi e mentre leggevo giudicavo, criticavo, contestavo la protagonista, poi mi son messa nei suoi panni e ho detto: “e io, al suo posto, che avrei fatto?”

E’ un libro che sa essere crudo senza essere violento, una mano innocente che nasconde una lama sottile, una carezza lieve che cela un pugno che arriva allo stomaco, una barca a vela in mezzo alla tempesta che tenta di tornare in porto, due vite sospese, ferme in un preciso attimo che devono ricostruirsi singolarmente per poter ricucire insieme uno strappo profondo.

Francesca si gioca molto con questo romanzo, cammina da sola, ma i suoi passi non sono esitanti o incerti e la sua scrittura lo dimostra: piena, logica, onesta, attenta alle emozioni e agli stati d’animo, non incanta il lettore e non lo tormenta eppure fa entrambe le cose come fa l’acqua che scorre e trascina. E io rischiavo di non sapermi approcciare ad una storia fatta di normalità nella sua concezione più ampia con la quale temevo di non entrare in empatia, ma l’autrice ha divelto le mie certezze e l’ha fatta esplodere con la potenza di un geyser.

Brava Francesca, non ti fermare qui adesso: c’è un’altra storia da scrivere e un altro viaggio da fare, ti aspetto in aeroporto. Moira


5 MERITATISSIME PIUME!

A CURA DI THAMMY.

Salve peccatrici, dopo Moira e la sua opinione, eccomi qui a cercare di decidere cosa scrivere di questo romanzo, è un ora che sono davanti al cellulace cercando di capire cosa dire e di mettere in fila le emozioni perché per me, non è stata una “semplice lettura” è stato molto di più. Perché “Io sono Lavinia, e sono anche Alberto”.
Quelle emozioni io le ho vissute, le vivo.
Francesca ( cara amica ormai e Peccatrice a tutti gli effetti) ha saputo “entrare” in questo mondo chiamato “attacco di panico” ( mio caro compagno di viaggio da quasi ventanni) in punta di piedi ma in modo diretto, vero, bravissima nel descriverne le varie sfaccettature.


Il ” DOLORE” non ha regole, non ha forma, è soggettivo, è personale, è diverso per ogni persona, non è giudicabile.

..Ho mentito a tutti. Ho preferito far credere a me stessa e alla mia famiglia che stavo bene , che stavo andando avanti e invece dentro mi carbonizzavo e incenerivo lentamente, cullata dall’illusione che, continuando a negare la realtà, questa sarebbe stata prima o poi soppiantata dalla finzione…

Il “vuoto ” che ti travolge, ti avvolge, cambia e ti cambia in maniere diverse.

A volte diventa apatia, rassegnazione, sconfitta.

A volte diventa paura, panico.

A volte di venta rabbia, verso tutto, verso tutti, verso se stesso. La penna di Francesca ha saputo racchiuderle tutte in questo romanzo.

La vita sa essere veramente spietata quando vuole. Qualunque sia la faccia che assume il “dolore” è distruttivo totalizzante, spesso ti allontana dalle persone che ami, da te stessa. Può essere senza ritorno. Oppure, impari ad accettarlo, a conviverci, rimane lì, con te sotto pelle, si fa un suo angolo nel tuo cuore.

Spesso, il “perché” che cerchiamo non c’è, non troverai mai una motivazione abbastanza sensata che ti consenta di riprendere la tua vita dal punto di partenza, facendo finta che nulla sia mai accaduto. Il dolore… sono impossibili da cambiare, possono solo essere accettati.»

Questa storia ti spiazza proprio perché è vera è vita, è più reale che mai. Lavinia con la sua apatia il suo non accettare e il non riuscire a vivere il vuoto. (Io ci ho messo molti anni). Alberto e la sua corazza, dove nascondere le ferite nel cercare un modo per andare avanti, per se stesso, per la sua famiglia ma dentro quelle ferite non si rimarginano mai. (E io, sono stata entrambi). Mi sono entrati nel cuore, il loro dolore, il loro amore soffocato dalla rabbia. Ma c’è anche un’altra cosa, c’è quella piccola fiammella, quella lucina fioca chiamata speranza basta solo cercare di raggiungerla, basta trovarne la forza e l’amore a volte può essere l’unico detonatore…

«Mandami via» sussurra. Non sono in grado di farlo, non posso assecondare la sua richiesta, né voglio farlo. È titubante quando mi si avvicina e mi mette le mani sui fianchi. Io mi rilasso contro lui e lo stringo, per fargli sentire che sto bene, che può essere se stesso e, quando la sua bocca incontra la mia, realizzo il vero significato del concetto “stare bene”.

Francesca ha una penna pulita, delicata capace di trascinarti nella storia accomagnandoti per mano passo dopo passo, l’ho amata da subito. Per qualcuno potrà essere una semplice lettura per altri, potrà essere un modo per non sentirsi poi cosi sbagliati, cosi soli, perché l’autrice è riuscita ad entrare a pieno in un particolare pezzo di mondo fatto di dolore e amore. E lo ha fatto con una semplicità e un’accuratezza disarmante. Scrivi donna! Credi più in te stessa. CREDICI! E regalaci altre emozioni! Io non vedo l’ora di poterle assaporare.

La vostra Thammy.

Lettura straconsigliata!

5 piume piene! E un pezzetto del mio cuore 💙

Scheda Tecnica

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