Recensione doppia NOAK di Lorella Diamante

29 Mag, 2024

Potevano non uscire in doppia la nostra Moira e Francy?…

Ciao Peccatrici,
eccomi arrivata insieme a Francy all’ultima tappa del tour mondiale dei VORTEX, la serie di quattro volumi firmati da Lorella Diamante – editi da DRI Editore – e la chiusura è affidata all’altra metà del drum ‘n’ bass – NOAK – il più giovane e folle della band londinese.

Il gigante, tatuato all’inverosimile, è ciò che suona: una grande presenza di breaks e fills di batteria, un beat rapido e brutale sulla grancassa e sul rullante, mentre più lieve sul charleston. C’è poco altro da dire per descriverlo: con Noak bisogna essere pronti a saltare.

Mai come in questo caso radiografare un personaggio è impossibile e del tutto inutile: troppi colori, troppe inclinazioni e troppe deviazioni per inquadrare un universo come il suo che sfugge ad ogni controllo e dove corpo, mente e cuore sono asteroidi anarchici in rotta di collisione. Noak di fatto è un’esplosione galattica di reazioni cellulari frammentate in infinite particelle.

L’allineamento planetario non prevedeva certo di ritrovare colui che è stato il suo migliore amico quattordici anni prima ed è stato un percorso a ritroso alla ricerca di ricordi custoditi gelosamente, di ciò che furono connessioni spontanee e affinità elettive profonde. Un equilibrio apparentemente anomalo, ma con un bilanciamento perfetto.

Oggi sono adulti ed entrambi cambiati, non solo nel nome e nell’aspetto, nei modi di fare o nelle scelte di vita; seguono istinti e razionalità, fotografie mnemoniche, mossi da un’alchimia totalizzante che man mano ruba il fiato, gli orgasmi, i neurotrasmettitori e le sinapsi elettrochimiche.

Noak e Kay sono figure zodiacali generate dallo stesso elemento che seguono il movimento ritmato dell’acqua e che, come tale, può essere calmo o agitato a seconda delle emozioni che li governano: un quadro astrale irregolare, inadeguato, ma polarizzante, basato anche su calcoli indistinguibili, su silenzi assordanti come di rumori attutiti.

La dirompenza di questo romanzo che prima macina vorticosamente pagina dopo pagina, poi sgretola ogni presupposto, ogni ideogramma che si può aver immaginato, asfalta vistosamente qualsiasi sterrato tracciato prima; incontenibile e deflagrante per le complessità che sprigiona, ma inciso con una purezza diamantina che tocca picchi estremi.

Non c’è un modo analitico o emozionale di raccontarlo un libro simile, fate quel salto e lasciate perdere il resto.

L’autrice detta la musica metal dei Vortex con doppio pedale per suonare come se avesse due grancasse, anche se la sua batteria ne ha solo una e, come lo stesso Noak, ,ha l’identica energia inesauribile, la stessa capacità innata e potente di interpretare il groove così come la scrittura.

(“Si chiama musica, cosa magnifica, che qui confondono con la classifica” -Rutti – Morgan).

Lorella Diamante crea suoni, elabora melodie i cui strumenti trascinanti fanno esplodere gli assoli graffianti della voce, della chitarra distorta, i riff del basso o il pattern della batteria quanto la sincronia corale, ed è la musica che riconosco come mia e che spara dritta N nelle orecchie e impazza dalla testa al centro del petto. E anche i miei neuroni ringraziano per la fervida attività cui sono sottoposti.

La serie intera è stata il suo concerto più epico e ardimentoso, impudente eppure intimistico, un progetto caparbio e consapevole di incalcolabile qualità sia in termini di narrazione che di contenuti: o lo si sa incidere un disco simile, oppure si faccia altro.

“Non fare caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini”

(Frida Khalo): lo stile di questa artista è ricco di suggestioni (sur)realiste ed espressioniste a cui aggiunge un tocco naif che rende le sue opere difficilmente assimilabili a una qualsivoglia corrente pittorica.

Così, per dire.

Consiglio vivamente di leggere la serie in ordine di uscita: AXEL – SHANE – MILO – NOAK.

Alla prossima. Moira

Si ringrazia la Casa Editrice per la copia gentilmente concessa


Buongiorno Peccatrici,
Se siete arrivate fino a qui già sapete che vi scrivo per parlarvi di “Noak”, quarto capitolo della serie Vortex di Lorella Diamante.

Quello che non sapete ancora è che per farlo vi prenderò per mano e vi accompagnerò a cavallo di un arcobaleno.

“Era una vita che non mi sentivo così in pace con me stesso e con il mondo”

Quando ho iniziato la lettura non ero certa di cosa avrei trovato, o di cosa avrei potuto aspettarmi, perché Lorella è imprevedibile e tremendamente profonda. Ho continuato, in silenzio, nel poco tempo libero che avevo, spesso di notte, a volte di mattina presto.

Noak mi prendeva, mi teneva sveglia, mi appassionava nello stesso modo degli altri tre. Pensavo a lui e mi veniva in mente un bambino da proteggere, da coccolare, da rassicurare. Qualcuno che teme persino la sua stessa ombra, anche se non lo dà a vedere.

Senti da subito che lui è il fratellino piccolo, non solo di Milo, ma di tutti i Vortex. E loro creano attorno a lui una rete di protezione. Lo seguono senza opprimerlo, lo conoscono e lo capiscono con un solo sguardo. Per questo quando lo vedono la prima volta con Kay Kendall hanno già chiaro il quadro della situazione. 

Torniamo al nostro arcobaleno.

Una delle prime cose che ci insegnano a scuola è che tre sono i colori primari: giallo, blu, rosso. Questi tre colori insieme formano tutti gli altri. Questo è quello che ci viene insegnato, quindi questa è la traccia da seguire, è la linea retta che delimita la giusta via per tutte le persone. Tutto ciò che dévia da questo assunto ci lascia straniti e impreparati. Per questo quando ci viene poi spiegato che Newton sfatò il mito dei tre colori primari asserendo che fossero sette, per la precisione tutti quelli che componevano l’arcobaleno, non siamo pronti ad accettare questa nuova teoria, o anche solo amarla per quella che è senza discuterla o contestarla. E se per caso ci risulta difficile allora la mettiamo da parte e la etichettiamo come qualcosa di sbagliato perché non di facile comprensione o gestione. Eppure tutti quei colori sono sotto i nostri occhi ogni giorno, dobbiamo solo imparare a vederli. La luce e il suo spettro sono inseparabili, indissolubili.

L’unità e la molteplicità. La luce composta da tanti colori: Noak.
Ma allora ci chiediamo, questi colori primari quali sono? Ci viene in aiuto Goethe, ve la faccio breve, lui sosteneva che alcuni dei sette colori di Newton non fossero primari e elaborò la teoria dei colori complementari. Secondo Goethe ogni colore ha un suo complementare che inserendolo al suo interno lo fa “brillare”, risplendere: Caileen.
Axel, Milo, Shane ci mettono un solo sguardo per notare che Kay è il complementare di Noak, e viceversa. Caileen fa risplendere Noak, come Noak fa brillare Caileen ricordandosi a vicenda chi sono e cosa devono combattere per stare insieme. Non è un caso, secondo me, che lo spettro della luce sia una sorta di ossimoro a parole proprio come lo sono Noak e Kay : un concetto che trova forza nell’accostamento del proprio contrario, sprigionando un’ inaspettabile “energia di senso”. Lorella con questo romanzo mi ha ricordato che fragilità e forza non sono due caratteristiche opposte impossibili da trovare nella stessa persona, ma che invece possono essere il giallo e il magenta che insieme danno vita a uno dei colori più belli in natura : il rosso.
Quando piove ricordatevi di stare con il naso all’insù, potrete vedere Noak a cavallo di un unicorno.

Ps: Noak secondo te leone ascendente gemelli va bene?

Baci,
Francy.

Scheda libro

NOAK (#4 VORTEX SERIE)
LORELLA DIAMANTE
DRI EDITORE
DATA DI USCITA: 27/05/2024
FORMATO EBOOK – CARTACEO
GENERE: MUSIC ROMANCE M/M
TROPES: FRIENDS TO LOVER – SLOW BURN

Trama

«Sei stato il primo amico che io abbia mai avuto, e non potrai mai essere niente più di questo.»

Quattordici anni.
Sono trascorsi quattordici anni dall’ultima volta che ho visto il mio migliore amico.
Solo che il suo nome adesso è un altro, la sua voce è un’altra, il suo aspetto non è quello che ricordo.
Ma neanch’io sono lo stesso che ricorda lui, e vorrei che non fosse così. Che fosse facile come lo era allora.
Perché il mio corpo adesso lo desidera.
La mia mente non è capace di combattere l’istinto.
Il mio cuore batte troppo forte quando mi è vicino.
E non posso permettermelo.
Sono Noak Hedman, il batterista dei Vortex, e non posso commettere due volte lo stesso errore.
Innamorarmi di un uomo.

Scheda Tecnica

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Trama