Buongiorno peccatrici, come state?
Siete pronte a venire con me in un viaggio fantastico tra le torri di Rupenera? Io lo ero quando ho iniziato a leggere il primo volume della saga fantasy di Sabaa Tahir: An Ember in the ashes, il dominio del Fuoco. Ciò a cui non ero pronta era il pensiero che invece avrei letto tutti e quattro i libri in neanche due settimane, e soprattutto che mi sarei appassionata così tanto alla serie da sperare di averne ancora e ancora. Sabaa Tahir ci porta in un mondo antico, dove non ci sono telefoni e macchine per spostarsi…un mondo pieno di profumi, colori, erbe medicinali e amore. Sì, perché anche se siamo dentro a un fantasy tutta la storia e tutti gli sviluppi si fondano sempre su un Amore, che non è necessariamente quello di un uomo verso una donna, ma un sentimento più ampio. Laia di Serra inizia la sua avventura a Rupenera spinta dall’amore verso il fratello Darin, ultimo componente in vita della sua famiglia. Quell’amore la porterà a conoscere situazioni che non aveva mai creduto possibili o reali, e a farla prendere consapevolezza delle reali condizioni del suo popolo, quello dei Dotti, resi schiavi da secoli dal popolo dei Marziali. Migliaia di donne, bambini e uomini trattati alla stregua di animali da lavoro da altrettante migliaia di padroni Marziali, che non si fanno scrupoli a compiere gli atti più biechi.
È questo il mondo creato da Sabaa Tahir.
Leggendo mi sono resa conto di come l’autrice abbia saputo rispecchiare e enfatizzare alla perfezione problematiche e ingiustizie presenti anche nel mondo reale, dandoci una chiave di lettura e di riflessione diversa attraverso la quale poter elaborare il nostro mondo, il nostro tempo.
Ho parlato di Laia, la piccola e coraggiosa dotta che pur di salvare il fratello si fa rinchiudere per diventare la schiava della “Cagna di Rupenera”, la temibile Comandante della scuola dove vengono addestrare “le maschere”, una sorta di agenti speciali. Qui Laia scoprirà che la magia di cui tanto ama raccontare storie, non è solo invenzione, ma è qualcosa di reale e tangibile con cui fare i conti se vuole arrivare a liberare il fratello. Dentro all’accademia Laia incontra Elias, una maschera che di diventare tale non ha nessun interesse, e che per sopravvivere deve scendere a continui compromessi con la sua anima.
Tu sei intrecciato alle trame di ogni singolo sogno. Un filo d’argento in un arazzo notturno.
Bene Peccatrici, non vi dico di più nulla, perché ci sono talmente tanti intrighi e colpi di scena che meritano di essere scoperti man mano, senza fretta, e godendosi i profumi e la magia di un mondo antico. Se deciderete di leggerlo vi ritroverete a combattere tra le mura dell’accademia, a soffocare nel caldo delle catacombe, e a ballare sotto la luna.
Buona avventura, amiche.
Un abbraccio,
Francy.
Trama:
Laia è una schiava. Elias un soldato. Entrambi lottano per la libertà.
Sotto l’Impero marziale, ogni atto di sfida o ribellione è punibile con la morte. Chi non consacra il proprio sangue e il proprio corpo all’imperatore rischia l’esecuzione della propria famiglia e la distruzione di tutto ciò che di caro possiede.
Nonostante le estreme condizioni di povertà a cui sono costretti, Laila e la sua famiglia seguono le regole a testa bassa, perché sanno bene cosa succede a chi si oppone al regime. Ma quando suo fratello viene arrestato per tradimento, decide di unirsi a un gruppo di ribelli che promettono di salvarlo. In cambio, Laia farà loro da spia dall’interno della più grande accademia militare dell’Impero. Lì incontra Elias, il miglior soldato della scuola, ma, segretamente, anche il più riluttante a compiere il suo dovere. Il suo unico desiderio è liberarsi dalla tirannia che è stato addestrato a far rispettare. Ben presto, i due si rendono conto che i loro percorsi sono strettamente legati e che le loro scelte hanno il potere di cambiare il destino dell’Impero.
