Recensione Doppia CALL ME MICHAEL di Giorgia Fiorella

26 Lug, 2024

Pronte ad una nuova doppia recensione ??

Partiamo con Moira…

Per questa recensione vi accompagnerò col testo di una canzone degli Afterhours
– Quello che non c’è –

“Ho questa foto di pura gioia, è di un bambino con la sua pistola che spara dritto davanti a sé,
a quello che non c’è. Ho perso il gusto, non ha sapore quest’alito di angelo che mi lecca il cuore,
ma credo di camminare dritto sull’acqua e su quello che non c’è”

Peccatrici buongiorno,
oggi vi presento una lettura suggeritami da più parti e che è stata oggetto di lunghi discorsi nelle chat tra lettrici: “CALL ME MICHAEL” di Giorgia Fiorella, edito da Sperling & Kupfer uscito a fine ottobre 2023.

L’autrice, classe 2002, pubblicava inizialmente questa storia su Wattpad, io quasi manco so come si accede alla piattaforma, se la casa editrice non lo avesse preso a quest’ora ne sarei stata bellamente ignara: alla sua età forse forse iniziavo a conoscere il mondo e la vita pensando solo ad abbinare le scarpe con la borsa, lei invece scriveva CALL ME MICHAEL.

La sinossi è solo la punta dell’iceberg: è ciò che non si vede e che resta sotto il livello del mare la vera potenza – e la storia insegna – contro cui si schiantò il Titanic. Ecco mie care, in questo caso mi sono sentita esattamente come il famoso transatlantico e a nulla sono valsi tutti i tentativi di resistere, di chiamare i soccorsi, di impedirne l’affondamento.

Il libro man mano ha allagato i miei compartimenti stagni, poi è arrivato fino ai locali caldaie e a quel punto la prua già si stava inabissando. Così mi sono sentita durante la lettura e più tentavo di contrastarlo e più mi stava sommergendo.

Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo, rivoglio le mie ali nere, il mio mantello. La chiave della felicità è la disobbedienza in sé, a quello che non c’è. Perciò io maledico il modo in cui sono fatto, il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco, il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c’è”

Non sono servite a niente le scialuppe di salvataggio, inutili totalmente i razzi che ho fatto sparare agli ufficiali per segnalare l’SOS, non ho neanche sentito l’orchestra che pare abbia suonato fino all’ultimo istante. Il romanzo avrebbe vinto su di me, era una certezza ineluttabile e irreversibile.

Intanto, il peso dell’acqua mi stava inghiottendo e io vedevo il mio destino segnato: CALL ME MICHAEL non mi avrebbe risparmiata e mi avrebbe trascinata con sé, ma prima che io mi spezzi in due e scompaia negli abissi marini, fintanto che la poppa ancora galleggia, voglio dirvi poche cose. È uno dei libri che più ha toccato le mie corde nascoste, ha messo in moto tutto il mio sistema emozionale, mentale, fisico e ha attivato ingranaggi che è difficile ruotino così perfettamente in sintonia l’un con l’altro: è una delle masse di ghiaccio più gigantesche in cui mi sia imbattuta durante la mia navigazione negli oceani del Romance.

Giorgia Fiorella è talento puro e disarmante vista la giovanissima età (e questa è l’ultima sua pubblicazione, mica è un esordio) e non si può contare sulla fortuna imbroccando la storia giusta se non si hanno idee e basi solide su cui strutturare il romanzo. Non ha instillato in me neanche un granello di dubbio sulla narrazione, la forma, i dialoghi, il contesto claustrofobico, gli eventi e le dinamiche. Io ho visto e vissuto il libro con gli stessi occhi di Grace e non mi è importato nulla di tutto il resto, giusto o sbagliato che sia.

Ma come finisce il dramma del Titanic? Si spezza, dividendo la prua dalla poppa e frastagliandosi in altre parti per poi toccare il fondale fangoso dell’Atlantico. Era inaffondabile, progettato e costruito nei migliori cantieri navali di Belfast, avrebbe potuto attutire la collisione con altre manovre, ma tutto è andato diversamente: beh, credevo quasi di esserlo anch’io prima di aver letto la storia di Michael e Grace. E invece guardatemi: sono un (felice) relitto che ha letto uno dei libri più appaganti e squarcianti in circolazione.

“Curo le foglie, saranno forti se riesco ad ignorare che gli alberi son morti. Ma questo è camminare alto sull’acqua e su quello che non c’è. Ed ecco arriva l’alba, so che è qui per me, meraviglioso come a volte ciò che sembra non è, fottendosi da sé, fottendomi da me. Per quello che non c’è, quello che non c’è”

Alla prossima.
Moira

Arriva il turno di Francy

Se adesso dovessi scrivervi, Peccatrici, lo farei parlandovi della dolcezza di una pesca matura, quando in estate la mordi e superato la viscosità esterna della buccia, in bocca ti senti esplodere un sapore fortissimo, quasi aspro, ma che ti lascia sulla lingua tutta la sua dolce purezza. Un po’ come Michael.

Un frutto che la vita ha deciso di far maturare subito, posto su un ramo sbagliato. Una pesca dolcissima capace di far esplodere nella bocca della sua bambolina tutto il suo amore, come di implodere tra i suoi demoni. Costretto a vivere tra la grandine che ne ammacca la buccia, e il vento che soffia forte, impedendogli di vedere e di sentire la sua vera voce. È quando arriva il sole che Michael riesce a mettere da parte tutto e a brillare con una lucidità disarmante, che ti porta a chiederti se davvero sia lui l’uomo, il mostro, di cui tutti parlano.

“Assurda vita, che brillava solo per chi sapeva accendere la luce”

Quella pesca non poteva farcela da sola, era troppo ammaccata, troppo corrotta e troppe volte esposta a quell’assordante ululare del vento. Aveva trovato però la sua luce in una ragazza, nella sua Bambolina, che lo aveva amato in modo puro, come solo due bambini riescono a fare. E Michael, sì, era stato un bambino anche lui.

Non importa se le mie parole sono sconclusionate. Non importa neanche se questa è la peggior recensione mai scritta. Importa solo che ho un nodo in gola che non se ne va. Importa che credo di aver letto uno dei libri più belli che abbia mai preso tra le mani. Grazie Giorgia, per l’empatia. Grazie per aver preso il cuore e averlo stretto in una morsa ferrea e severa. Grazie per averci mostrato un uomo spezzato, che ha indubbiamente commesso atti terribili, ma che lo ha fatto senza i mezzi per poterlo non fare. Grazie per la sua lucidità. Grazie per il suo amore per Grace, per la sua dolcezza, e per la sua follia.

“Voglio stare semplicemente con te.”

A presto Peccatrici.

Francy

Scheda libro;

CALL ME MICHAEL – A ferro e fuoco –
GIORGIA FIORELLA
EDITORE: SPERLING & KUPFER
DATA DI PUBBLCAZIONE: 31/10/23
GENERE: DARK ROMANCE
DISPONIBILE EBOOK E CARTACEO (304 PAGINE)

Grace ha nove anni, è minuta, albina. Non ha nessuno. La vittima perfetta per i bulli dell’orfanotrofio Benetton, che non si fanno scrupoli a vessarla e provocarla in modo che le sue reazioni finiscano immancabilmente per farla punire. Eppure è proprio lì, nella stanza buia e ammuffita in cui la rinchiude la direttrice, che Grace incontra Michael. Lui è un ragazzino un po’ più grande di lei, bello come un angelo, ma invisibile al mondo. Dicono che sia pericoloso, ma per Grace diventa l’unico amico, l’unico porto sicuro in un oceano ostile. Fino a una notte terribile, in cui tutto si capovolge… e Michael viene portato via in manette. Passano gli anni, Grace sta per compierne diciotto e da sette non sa più nulla di Michael, che è finito in un istituto psichiatrico. Ma quando lui fugge da lì, proprio alla vigilia del compleanno di Grace, lei ne è terrorizzata, ora sa di cosa è capace Michael, e non vuole morire. Lei è la sua Bambolina, e lui ha promesso di tornare… Può l’amore tenere insieme i pezzi di due anime frantumate dal dolore, due anime nel mondo sbagliato, stelle fredde di una galassia inesplorata?

Scheda Tecnica

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