In collaborazione con Kyra Synd e Narae Italia
Peccatrici buongiorno,
Kyra Synd riprende in mano le redini di un charter MC e stavolta lo fa con dark romance dalle tinte gotiche: “CRAVING THE ENEMY”, una web novel di Narae Italia. Come dire che l’assaxxino torna sempre sul luogo del delitto.
Lyra Maddox torna dove aveva giurato di non rimettere più piede, ma una forza maggiore la riconduce a Ashbourne Ridge con una taglia sulla testa e il marchio infamante del suo cognome tatuato sulla schiena. C’è un motivo del perché varca quella soglia, ma ne troverà molti di più per restare.
Quello è il territorio dei Grave Saints, il Club che non la vuole e le palesa tutta la sua ostilità iniziale: è una spia, è una traditrice o una nomade intenzionata a combattere l’ultima battaglia? Quello che vede in lei Elias, il VP dei Grave, è una donna guardinga, anarchica, senza più radici e con il fuoco negli occhi.
Quest’uomo rivestito di filo spinato che troppo ha perso nella vita, è consumato dalla sete di vendetta, ma ciò che scorge in quelle iridi riaccende in lui la fame. Non quella carnale – non solo quella perlomeno – ma l’appetito di una caccia primordiale e un istinto mai provato prima.
Scappare e inseguire rende liberi di scegliere, rende autonomi e dipendenti allo stesso tempo e con il libero arbitrio tra le mani: è uno scambio selettivo di sinapsi e feromoni, di intenti e indicatori rituali di appartenenza nella sua massima espressione. Non sono giochi erotici, ma fiamme di vita.
Lyra e Elias si scoprono molto più che affini in una corsa contro il nemico e contro i loro fantasmi: le loro armature sono le cicatrici che li rivestono e il sangue che scorre dentro e fuori le vene. Le loro armi sono la rabbia, i risvegli e i vagiti di una nuova fiducia. Vabbè, anche coltelli e pistole, ça va sans dire.
Non sono solo due proiettili pronti a scagliarsi sulla loro nemesi che sembra sempre un passo avanti, ma due reduci usciti dall’inferno, il che li rende ancora più famelici e inarrestabili. Non si cancella il passato con una lama insanguinata e non c’è ritorno per le anime sotterrate, ma c’è una traccia dal valore salvifico per quelle che restano dove poter decidere di piantare un nuovo seme che non si credeva potesse germogliare.
L’autrice, maestra e profonda conoscitrice delle dinamiche interne di un Motorcycle Club, porta le urla dei motori su terreni aridi, in uno scenario ombroso con precipitazioni laviche attraverso una narrazione acre, imbevuta di arsenico e di rimorsi. È lì che si misurano anche le compressioni e le dilatazioni di Lyra e Elias che si fiutano in un clima di circospezione e silenzi, ma poi destinati a esplodere come bombe molotov.
E non perde il focus sul giuramento di fedeltà e di affermazione in un collettivo solidale e fraterno dentro la casa-madre: i Grave non sono diversi dagli Skulls perché questo è proprio l’elemento cardine su cui si fonda un organigramma simile e lei non vuole lo si dimentichi. Il Club è lotta, difesa dei confini e protezione unanime tra i suoi componenti, nuovi e consolidati. Nessuno viene lasciato indietro, costi quel che costi.
Io vi lascio aprire il gas e vi auguro una buona lettura. Ci vediamo alla prossima.
Moira



