Avevamo detto che ci sarebbero state novità quest’anno e oggi ve ne diamo un assaggio!
Ospitiamo una GUEST SINNER che firmerà le sue recensioni sotto mentite spoglie con il nome di WHITE PAPER (ci ha detto che avevamo carta bianca e l’abbiamo presa in parola😏).
Oggi ci presenta la recensione di ..
Care Peccatrici, eccoci con un libricino molto veloce da leggere: vi porto nel mondo del giallo, con sfumature di poliziesco. Si tratta di “FEBBRE GIALLA” di Irene Pecikar e Diego Zabot, edito dalla casa editrice Butterfly Edizioni.
Era da un po’ che avevo questo libro fermo in libreria, nella mia pila della vergogna, giusto per mettere le cose in chiaro: molto pila e molta vergogna.
Quest’anno ho stabilito una strategia di attacco per liberarmi di questa situazione a dir poco imbarazzante e così, finalmente, ho iniziato da questo.
Le sue poche pagine consentono una gestione veloce della lettura, e devo dire che a ciò contribuisce, senza ombra di dubbio, anche la facilità con cui è possibile passare da una storia all’altra.
Eh già, centootto pagine costituite da cinque racconti che conducono il lettore attraverso un viaggio nel mondo del giallo. Non stancano, ed essendo diverse, consentono di entrare e uscire velocemente in condizioni diverse.
Si legge nell’arco di un pomeriggio, magari con una bella tazza di tè fumante vicino e un plaid a difendere dal freddo, ma anche in un momento di riposo in spiaggia sotto al sole cocente estivo.
Non sono una grande fruitrice dei gialli, ma questo libro mi era stato regalato anni fa e non mi precludo quasi mai niente.
Abituata ai thriller, ho trovato proprio il racconto di apertura del libro scontato, dopo poche righe avevo già capito dove si andava a parare e questo mi ha un pochino frenata, avevo paura che potesse ripetersi per ogni racconto presente nella raccolta.
Il terzo racconto lo definirei sovraffollato. Si svolge in poche pagine, eppure, ho trovato ci fossero davvero troppi personaggi e la narrazione per i miei gusti era eccessivamente lenta.
Il racconto “Come Dio ti ha fatto” ha frasi breve donano un ritmo serrato alla narrazione, peccato sia rimasto tutto molto superficiale, ma temo che la brevità sia il suo problema. In più a volte ho avuto come l’impressione che qualcosa non tornasse, come se il racconto fosse stato rimaneggiato in fase di editing e a forza di correggere sia stato aggiunto/tolto qualcosa che mi ha portato a rileggere più alcuni pezzi.
È come se tutti i racconti fossero delle bozze di qualcosa di più grande, un anticipo di ciò che dovrebbe avvenire in seguito; per spiegarmi meglio, è come se questa min raccolta anticipasse una serie di libri dedicati a quei personaggi.
La brevità ha smorzato il mio riuscire a entrare in sintonia con i vari personaggi delle diverse storie e il mistero si regge su poche righe e questo mi ha creato delle aspettative ridotte su un possibile cambio o un errore da parte mia di aver capito cosa stesse succedendo.
Per me che non sono un’amante di questo genere è stata una lettura veloce e leggera e posso consigliarla ricordando di non avere chissà che aspettative.
Lo sentite anche voi il richiamo delle mille storie che mi stanno aspettando? Sono come sirene che mi ammaliano. Non mi rimane che salutarvi e rimandarvi alla prossima avventura librosa.
WHITE PAPER




