In collaborazione con Always Publishing che ringrazio per la copia concessa
Bentrovate Peccatrici,
finalmente Always Publishing porta in Italia il IV volume della “Windy City Series” di Liz Tomforde e dopo “Caught up” restiamo ancora tra i Warriors con “PLAY ALONG”. Inutile dire che ormai mi sono fatta una cultura sul baseball.
Adoro la Tomforde: ogni volta mi fa alzare dalla panchina per scaldarmi, mi dà le indicazioni sul modulo di gioco, ma appena scesa in campo la strategia salta in aria e la partita cambia piega senza che io me ne accorga. Perfida.
Isaiah Rhodes è il fratello minore di Kai e la prevedibilità con cui era stato inquadrato nel volume precedente è inversamente proporzionale all’inaspettata personalità che troviamo tra queste pagine. Come il ruolo difensivo che ricopre, è dinamico, veloce e comunicativo e non è un caso sia l’anima dello spogliatoio: spumeggiante, focoso e divertente, Isaiah è uno da non prendere troppo sul serio insomma.
Non lo fa infatti Kennedy Kay, uno dei preparatori atletici del team: riservata e professionale, non mischia mai il lavoro con la vita privata e sull’interbase dei Warriors si è già fatta un’idea chiara. Meglio tenere separati i ruoli e rifilargli due di picche ad oltranza.
Le circostanze alcoliche che li vedono con due fedi al dito è l’escamotage per far decollare la storia, ma è anche la soluzione migliore per scoprire chi siano questi due. Come è accaduto con suo fratello maggiore, anche Isaiah è una confezione regalo che una volta scartato, riserva solo belle sorprese. Bellissime direi. Ma che dico, adorabili. Esagero: eccezionali. L’autrice non si cura di creare bad boys per stregare le lettrici, punta tutto sui Golden e le riesce alla perfezione perché ottiene il medesimo effetto. E detto da me è tutto un programma.
A una persona che chiede solo di farsi conoscere realmente mostrando che il suo flirtare non è puramente un gioco, non c’è niente di peggio che interagire con chi è incapace di accorciare le distanze. È un uomo sincero nelle sue esternazioni, non ha tattiche perverse o ambiguità, ma questo Kennedy non lo sa o non lo vuole vedere. O magari non ha gli strumenti per farlo e il distanziamento che pone non è frutto di disinteresse o alterigia. È solo in bilico tra le linee del diamante dove basta poco per scivolare in un foul territory come molti vorrebbero, ma che invece imparerà a mantenersi in posizione fair.
Scoprire Isaiah sarà più di un semplice e banale fuoricampo: è il guantone gentile pronto a ricevere la palla e a ripartire, è la corsa inarrestabile base dopo base con falcate sicure ed è il lancio preciso con una parabola ascendente: non è né una macchietta, né uno stereotipo e non un fuoco di paglia. Vuole amare e farsi amare, spera solo che chi gli è accanto rimanga anziché andarsene. Perché lui è uno che resta sempre nonostante i temporali.
“PLAY ALONG” va ad alzare la sabbia sulle discriminazioni sessiste sul posto di lavoro, sulle rigidità e le mancanze che inchiodano i piedi al terreno impedendo di volare e di appartenere solo a sé stessi e sull’indivisibile legame fraterno che unisce il sacrificio al sostegno reciproco. Esalta le relazioni interpersonali, la collaborazione e non nasconde assolutamente le manifestazioni affettive. I segmenti costruttivi e positivi dei suoi protagonisti permangono insieme alle trasmissioni emozionali che ne derivano e in questo volume non deraglia assolutamente. Anzi. Mi fa solo mettere in discussione il primato di Kai Rhodes!
Buona lettura Peccatrici, con la Windy City Series ci rivedremo (spero presto) con il V romanzo.
Moira




