In collaborazione con Hope Edizioni che ringrazio per la copia concessa
Buongiorno Peccatrici,
“I BAMBINI FORTUNATI” di Tiffany Reisz è un romanzo uscito nel 2018, ma sei anni più tardi Hope Edizioni lo pubblicava in Italia e oggi, in occasione di questo speciale Review Party, mi misuro con una Reisz lontana dal mood scandaloso e profano della serie cult “Peccato Originale”. Questo risvolto mi ha attirato non poco: è ricco di elementi che calamitano la mia attenzione, alimentano un’ingorda curiosità e alzano il livello tensivo.
La Casa del Drago, a dispetto del nome, sorge ai piedi dell’oceano e per tutti i piccoli abitanti è sempre stato un ambiente sereno e armonioso, circondati dall’amore e le cure di una figura genitoriale presente e saggia, e dal cameratismo fraterno. Un luogo solidale che ha accolto bambini indesiderati, trascurati o ingestibili dando loro speranza e una nuova opportunità di crescita. È stato così anche per Allison che rimasta orfana, era in cerca di accettazione e di un posto da poter chiamare casa.
Dopo 13 anni, lascia il Kentucky, la sua vita remunerata per ritornare in Oregon a dare l’ultimo saluto al suo benefattore morente: adesso è una donna affascinante con prospettive incerte e immergersi nel suo passato come in tanti fotogrammi sbiaditi, fa riaffiorare i ricordi. Nostalgici, divertenti, affettuosi e ritrovare, in versione adulta i suoi fratelli, acquista un maggior senso alla sua visita a Cape Arrow.
Ma c’è anche un buco nero, nebuloso e irrisolto fra quelle mura a cui forse è finalmente giunto il momento di trovare risposte a domande inespresse, rinchiuse però in un angolo remoto del suo cervello che stanno via via tornando in superficie.
Roland, suo fratello maggiore, le apre i cancelli della villa: è il traghettatore e la sua guida, il punto di riferimento per farle risentire l’odore familiare e per riattivare quella sinergia passata. Un uomo affidabile, solido, una brava persona e colui che pare avere tutte le chiavi, ma che sembrano non aprire nessuna porta. Tranne una.
Allison cerca la verità, quella realtà dei fatti che è un grosso tarlo nella mente e più cerca di fare chiarezza raccogliendo i tasselli e più la nebbia si infittisce e le idee si confondono. I destini già scritti possono essere cambiati?
Quelle pareti, i suoi fratelli fortunati, il padre benevolo, lo stesso Roland, gettano luci e ombre su una trama ardimentosa e provocatoria nella sua concezione dove lo spicy non la fa da padrone, ma si spinge ben al di là fino al confine tra amore o scienza, realtà o utopia, guarigione o fallimento. E tra la coscienza e la follia degli intenti.
Il romanzo è scritto in terza persona ed è la scelta stilistica, a mio parere, più azzeccata per riuscire ad inquadrare meglio i soggetti presenti e la complessità della storia che man mano apre scenari nuovi, discutibili e controversi. Quella Casa nasconde omissioni, peccati e passaggi segreti che tutti i frequentatori credono di conoscere, ma che invece potrebbero rivelarsi un labirinto senza uscita. Forse gli altri vedono autostrade dove invece ci sono vicoli ciechi. O il contrario.
Le pagine alzano la polvere, le parole accendono lampi interrogativi e ambigui e le frecce direzionali disorientano invece di indirizzare. Dietro ad un segreto c’è un effetto domino sorprendente quanto irragionevole, ma è quello il bello che fa strabuzzare gli occhi, aprire la bocca e attivare le funzioni del nostro ipotalamo.
La componente Romance è presente anche se non è il fulcro essenziale, ma fa un passo indietro per lasciare in primo piano la suspence e la cronologia di eventi kafkiani quanto agghiaccianti, sospesi tra il Bene e il Male, acqua benedetta e alcol etilico, antidoto o veleno e dove forse, una netta linea divisoria non c’è.
L’autrice si dimostra ingegnosa concentrandosi su una tessitura articolata e altrettanto audace: non lascia spazio e respiro per dubbi o incertezze, il linguaggio narrativo è preciso e contestualizzato e con “I BAMBINI FORTUNATI” non fa altro che confermare che la sua fama è meritata.
Lettura anomala adatta a chi sta cercando tematiche contrastanti e opinabili, ma che per certi aspetti sono un’occasione da non lasciarsi scappare. Io non l’ho fatto evidentemente.
Buona lettura e alla prossima.
Moira




